lunedì 21 novembre 2011

Paris - Dehli - Bombay



Leggo solo oggi che al Maxxi di Roma è in corso,  e durerà fino a fine gennaio,   Indian Highway, che mette in mostra sessanta opere di  trenta  artisti  indiani.
Da quanto ho letto su  Repubblica  alcuni degli autori presenti  al Maxxi sono reduci da   Paris-Dehli-Bombay,  mostra che ha chiuso i battenti   il 19  settembre al Centre Pompidou di Parigi.  
Non mi era ancora mai capitato di vedere arte contemporanea indiana ed è stata una esperienza  molto interessante anche se ho il sospetto di arrivare buona ultima e di aver scoperto  l'acqua calda, visto che le mostre di artisti indiani da qualche anno a questa parte stanno andando forte e pare che soltanto io non me ne fossi ancora accorta.  
In ogni caso, approfitto della coincidenza per far vedere alcune foto della mostra di Parigi   e vorrà dire che chi già conosceva potrà  fare  un veloce ripasso, e chi come me non aveva ancora avuto occasione di incappare nell'arte indiana di oggi potrà farsene un'idea  lacunosa e incompleta ma sufficiente per andarsi a mettere diligentemente  in coda alla biglietteria del  Maxxi prima che sia troppo tardi, 


a partire dalla  grossa  testona femminile  dorata e ingioiellata    che apriva  il percorso, 

alle ghirlande di fiori rossi di Sunil Gawde, che ad un primo sguardo possono sembrare  un innocuo  boa di piume e sono invece fatte da una miriade di lamette taglienti, subdole assassine come assassina  era stata la  ghirlanda esplosiva  che aveva  ucciso   Rajiv Gandhi 


O le  due pareti  contrapposte che incombono sul visitatore e  solo da molto vicino si svelano essere   una impressionante bidonville che l'artista (Hema Upadhyay, me lo sono appuntato)  ha  ricostruito minuziosamente adoperando, e la metafora è chiarissima,   scatolette vuote,  pezzi di latta e materiali di scarto. 



o la stanza degli specchi di Bharti Kher, incastonati dentro  cornici ironicamente baroccheggianti  ma tutti rotti e oscurati  da una infinita sequenza di bindi, il terzo occhio che le donne sposate  portano sulla fronte. 




Dio è grande, undici paia di gambe in legno a grandezza naturale: sarcastico simulacro, se ho capito bene, di un calcetto assurto a rappresentazione simbolica di tutte le forme di oppio dei popoli




Ma nella  mia personalissima classifica  la palma d'oro, l'oscar, il primo premio insomma, è andato  incondizionatamente  ad Ali Baba, una scintillante installazione di Subodh Gupta


composta da un numero incredibile di utensili e attrezzi da cucina in  acciaio inox.

Ho apprezzato il titolo  particolarmente centrato, mi è piaciuto tentare di interpretare i significati reconditi dell'opera, ma  soprattutto (e la cosa demolisce drasticamente ogni mia ipotetica  credibilità in veste di  critico d'arte, aimè), avrei fatto carte false per possedere  uno di questi  rutilanti, splendidissimi scaldavivande pluripiano










Per chi avesse voglia, qui ci sono tutti i video  realizzati per l'occasione dal Centre Pompidou, quello che segue altro non è che  un piccolo assaggio. 








7 commenti:

Mav ha detto...

Ovviamente Bree non può che essere d'accordo!

Grazia ha detto...

Bene! Farò in tempo a vederla a Roma al mio ritorno: per i viaggi( veri o di fantasia) sono insaziabile

Nela San ha detto...

Coincidenza: io oggi ne leggevo l'articolo su La Stampa versione (web).
E se ci organizzassimo una bella gita? Bye&besos

Duck ha detto...

L'installazione che ti ha colpita tanto è davvero un'istigazione a delinquere (quanto ci si becca se si viene colti sul fatto, mentre si cerca di imbertarsi nella borsa un qualunque pezzo di quella meraviglia?).
Davvero interessante, comunque. Mi inquietano molto la bidonville e il boa di lamette.
Mi dicono che anche il Maxxi vale da solo una bella visita.
Saluti affettuosi, cara Dede

Lefrancbuveur ha detto...

Scopro da poco il tuo bellissimo blog. Da amante della Francia non potrò che esserne un accanito sostenitore!
A presto.
Enrico

dona ha detto...

Ma sai che l'ho trovata sul serio interessante (e che mi sto meravigliando di me stessa)?

Stella ha detto...

Post molto interessante, in particolari mi piacciono i 2 pannelli/parete con la bidonville.

http://thestyleattitude.blogspot.com/

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