domenica 6 novembre 2011

La Biblioteca François Mitterand



Con ammirevole scelta dei tempi, arriviamo a visitare la   Bibliothéque Nationale de France "François Mitterrand" e leggiamo che  resterà chiusa dal 5 al 18 settembre: proprio i giorni della nostra permanenza a Parigi, non uno di più e non uno di meno.  Firmata da un nome sulla cresta dell'onda,  che con questo progetto aveva inteso coniugare emozione e rigore per infondere dignità e forza d'animo all'architettura della Francia (Parbleu!) e pure oggetto di un premio  prestigioso, era una delle architetture che dovevamo assolutamente vedere,   e  così ci rassegniamo a dare appena uno sguardo all'atrio e a fare una passeggiata all'esterno.


Quattro alte  torri tutte di vetro, dalla forma ad Elle per simboleggiare quattro libri aperti, ai quattro angoli della costruzione e in mezzo il corpo delle sale di lettura e degli uffici.  



L'idea era suggestiva e affascinante. Peccato che nelle quattro torri di vetro siano stati stoccati i libri,  i quali, mettendo in atto una deplorevole azione di boicottaggio, appena inondati da tutto quel po' po' di luce hanno cominciato immediatamente a sbiadire, pretendendo (e ottenendo) in quattro e quattr'otto  un costosissimo  sistema di oscuramento. 
Avere il coltello dalla parte del manico aiuta sempre, c'è poco da fare.  

Visto che i libri si erano presi tutto lo spazio alla luce del sole, l'architetto ha sistemato le sale di lettura  nel seminterrato  e le ha pure  protette con un giardino lussureggiante (inaccessibile al pubblico, chissà perché) in maniera da essere ben ben sicuro  che non un raggio di sole potesse filtrare e  rendesse  così un po'  meno stratosferico  il consumo di luce elettrica. 


All'esterno la biblioteca è circondata sui quattro lati  da una sorta di pontile  in legno che provoca la curiosa sensazione di passeggiare su un lungomare, soltanto  senza mare.  



Le strette gradinate  rendono impensabile sedersi per socializzare o leggere  o  prendere il sole e fanno pensare che il Nostro  abbia tratto perversa ispirazione dalle  scalinate  delle  piramidi Maya.  

In ogni caso, se l'utente è  riuscito a schivare il rotolamento  giù dai gradini,  non è escluso che camminando si   conficchi  nell'addome uno dei pochi mancorrenti esistenti piazzati strategicamente in obliquo


All'interno del complesso invece i mancorrenti ci sono, e sono fatti con un  acciaio semplicemente splendido.  Stranamente  sulla sommità, al posto dell'impugnatura,   sono dotati di una specie di camminamento largo più o meno un metro, che si protende a strapiombo sul vuoto. 

Ora, io sarò anche una  mamma italiana ansiosa e iperprotettiva, non dico di no,  ma tra i frequentatori di biblioteche può accadere  che ci siano ragazzini scriteriati, e queste passerelle senza protezione alcuna  sembrano fatte apposta per  istigare  giochi suicidi.  Forse  in Francia le commissioni di vigilanza sono  presiedute da Erode.  

E concludo mostrando   la  singolare  sistemazione del verde,  irreggimentato dentro questi umilianti tralicci metallici. Il grande Architetto con la A maiuscola evidentemente non odia soltanto i bambini. 









9 commenti:

giacy.nta ha detto...

A sconcertare ancor più è la presa d'atto che certi progetti vengano approvati...

Grazia ha detto...

" Infondere dignità e forza d'animo" : non è poco come proposito.Quando si vola troppo in alto si rischia di cadere.Anche se forse è meglio un'architettura così, anche se mal riuscita, che certe costruzioni banali e invasive delle nostre periferie, dove non c'è nemmeno un proposito o un progetto.Penso al nuovo distretto scolastico di Firenze ovest dove la dignità e la forza d'animo non l'hanno nemmeno presa in considerazione.

dede leoncedis ha detto...

giacy.nta siamo completamente d'accordo, con i regolamenti italiani non sarebbe mai potuto passare
Grazia l'architettura è bella ma certe scelte progettuali sono chiaramente inadeguate e questo amareggia perché sono una dimostrazione di arroganza, non di incapacità.

Mari ha detto...

More ethic and less esthetic era il titolo di una delle Biennali di Venezia. Direi che ci sta a pennello.

L'utente dovrebbe essere in primo piano.

Ultimamente sto leggendo qualcosa a proposito di architettura "sociale" (scusa Dede, ma non é il mio linguaggio), per esempio per quanto riguarda gli Höfe a Berlino VS Tenements a NY.

Se hai qualche consiglio su cosa leggere fammi sapere. Grazie :)

Gracie ha detto...

A dir poco..... inusuale....e devo dire non pratico all'utente....tutto sommato non credo mi piaccia granchè....ma io di design non ci capisco un'acca, magari il limite è mio....

Antonietta ha detto...

meglio evitare di andare in questo antro...

Mav ha detto...

LOL! E' confortante vedere che ogni tanto sbagliano anche i cugini d'oltralpe...

Fabipasticcio ha detto...

Sono una persona ignorante, nel senso etimologico ovvero ignoro certe cose, però sinceramente a me quella biblioteca mi sembra più un supplizio che un luogo piacevole...per lo meno io le biblioteche le immagino così ovvero luoghi piacevoli.
Dede se capiti di nuovo a Venezia, vai alla Fondazione Cini non solo a vedere il labiritino di Borges (che vale una visita anche se visto solo da lontano) ma a vedere la nuova biblioteca e quella antica, due piccoli gioielli. Grazie come sempre per le tue interessanti escursioni e per le foto suggestive. Cari saluti anche a Franco!

makyo ha detto...

Hahahahah, sto ridendo ancora adesso per questo tuo post! Oltre a far notare gli errori di realizzazione (e progettazione...) lo fai anche con un sarcasmo brillante, complimenti! :)

A proposito di quelle gabbie aberranti è probabile che si siano ispirati a quelle di Nouvel per il cavalcavia di corso Bramante (http://sunsalvario.blogspot.com/2011/05/lavori-in-corso-bramante-cosa-stanno.html). Se non sbaglio avevi commentato il "disastro", ora le gabbie sono ancora lì, chi più sbilenca chi meno, ma per fortuna le piante (quelle sopravvissute) le stanno avvolgendo con la loro chioma folta. Fortuna che la natura vince sempre!

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