Siore e siori, oggi vi presento DOCUSOUND.
E' un audio-magazine, probabilmente il primo del genere in Italia, nato da poco ma con grandi ambizioni: si propone di raccogliere storie che arrivano al cuore senza passare dagli occhi.
Ascoltare è un po' come leggere, offre stimoli e sollecita una partecipazione attiva. Se ci pensiamo bene, un libro prende vita compiutamente soltanto quando siamo noi a dargliela, ci caliamo dentro la storia con la nostra immaginazione e la interpretiamo a seconda della nostra sensibilità, e anche del nostro umore. E difatti è raro che ci piaccia il film tratto da un libro che abbiamo letto, i personaggi non hanno mai la faccia giusta, quella che noi abbiamo stampata talmente bene nella nostra testa che è impossibile vederli con una fisionomia diversa, e la trama ci sembra stravolta, tagliata, cambiata secondo un criterio quanto meno discutibile. Tutto da rifare, e noi l'avremmo fatto centomila volte meglio. E' vero o non è vero?
Ecco, ascoltare una voce che racconta una storia funziona un po' come leggere un libro: invita a far lavorare la mente. Suggerisce gli ingredienti ma non impone il piatto precucinato, e alla fine ti accorgi che ci hai messo dentro anche qualcosa di tuo.
Parte da queste premesse, Docusound, per andare alla ricerca di storie da raccontare, ma anche di ascoltatori. Le storie sono già tante, c'è quella di
c'è il venditore di kebab arrivato da lontano
e c'è la storia di un uomo che suona il flauto sotto un ponte
la maestra che insegna danza del ventre a ragazze che non vedono
e voci di genitori che raccontano i propri figli
e voci di figli che si raccontano
Forse da sola non avrei mai scoperto Docusound, ma il progetto viene da Doc In Progress, e quindi trattandosi, come dire, di un affare di famiglia, l'ho visto nascere. Non sono del tutto obiettiva e lo riconosco, però a me sembra una buona idea.
9 commenti:
mi hai incuriosito ^____^ ora vado a guardare meglio, ciauzzzzz
grazie Astro, credo ti piacerà.
Ti ricordi le "Fiabe Sonore"?
E la radio stessa...
Come diceva Finardi: "Con la radio si può scrivere
leggere o cucinare.
Non c'è da stare immobili
seduti lì a guardare.
E forse proprio questo
che me la fa preferire:
è che con la radio non si smette di pensare".
Dona, è la stessa cosa che ho ricordato a Fab quando mi ha parlato la prima volta del progetto!
da mio padre ho avuto l'imprinting all'ascolto di radiotre e sapete bene il fascino delle cose di teatro ascoltate, quale coinvolgimento emotivo ci sia quando l'immaginazione galoppa, il cuore si rende complice, l'emozione è grande,
complimenti al progetto di fabrizia (devo dirti che oggi è stata colmata una mia grande curiosità circa che tipo di lavoro lei svolgesse a new york certo avrei potuto chiedertelo ma..)
ps: le fiabe sonore! quelle di fabbri editore (primi anni 80) le regalavo ai miei nipoti..a mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar, da narrar...
Me le ricordo le fiabe sonore.....le ho usate anche con mia figlia, che bello!
Al lavoro non riesco ad ascoltare lo farò da casa stassera.
papavero, radiotre è anche la nostra colonna sonora da sempre!
gracie, a stasera allora
Mi pare che abbiamo ricevuto tutti lo stesso imprinting, a parte @Papavero di campo che ha scoperto le Fiabe Sonore negli anni '80... :D
Scherzo, naturalmente! E' che nel mio ricordo sono ferme agli anni '60.
giusto aiutare ed esaltare chi è di casa!
Posta un commento