A sud-est di Londra, ai limiti di Deptford Creek in una zona ricca soprattutto di autodemolitori e di capannoni industriali abbandonati, c'è il Laban Dance Center, che se non è proprio la più grande scuola di danza contemporanea in tutto il mondo, senza dubbio è una delle prime in Europa.
A spingerci ad una gita in quel quartiere squallido e privo di attrattive turistiche in realtà non erano stati nè la necessità di trovare uno sfasciacarrozze nè il richiamo dell'arte coreutica: noi volevamo semplicemente vedere con i nostri occhi, e fotografare, la nuova sede della Scuola progettata da Herzog e DeMeuron
Si tratta di una costruzione di rigorosa semplicità, con facciate ricurve rivestite da pannelli cangianti in policarbonato delicatamente colorato dal turchese al magenta, alternate a grandi zone vetrate su cui si riflette il panorama esterno, che appare diverso ad ogni passo.
Molto suggestiva la soluzione che l'architetto paesaggista Günther Vogt ha adottato per la sistemazione delle zone verdi:
le ha modellate geometricamente creando una serie di dislivelli e collinette erbose dalla connotazione dichiaratamente artificiale, in mezzo alle quali ha collocato una sorta di anfiteatro gradonato. Una realizzazione che appare molto scenografica nonostante tutta l'area sia completamente priva di alberi.
E questa mancanza non è dovuta (o non soltanto, per lo meno) a motivazioni di carattere estetico ma deriva dalla necessità di proteggere dagli agguati di uccelli rapaci che nidificano sugli alberi i pochissimi esemplari di codirosso spazzacamino superstiti nell'area.
Ammirata e fotografata la scuola, mi è venuta la curiosità di conoscere il signor Rudolf von Laban di cui fino a quel momento sapevo all'incirca meno di zero, e sono andata a documentarmi. Ho scoperto una personalità che definire affascinante e poliedrica può apparire perfino riduttivo, infatti fin da ragazzino il Nostro mostra grande attitudine per il teatro e organizza spettacoli folkloristici; a diciott'anni crea un mistero coreografico con cori parlati e cantati su musiche atonali, ed è tutta farina del suo sacco. A diciannove realizza un dipinto che, dicono, precede le prime pitture astratte di Kandiskij. In seguito entra, ma subito esce, dall’accademia militare di Wiener-Neustadt, va a Parigi per studiare architettura, ma capisce che non è cosa e si dedica al teatro e alla danza. All'inizio studia la danza accademica, ma ne percepisce il limite e cerca di approfondire una sua elaborazione personale. Comincia ad ideare e a perfezionare un metodo di notazione coreografica che è passato alla storia come Labanotation, (Immagine da Wikipedia)
mentre nel frattempo prosegue l’attività di danzatore e coreografo, a Monaco di Baviera riunisce un gruppo di giovani interessati alle sue idee e alla ricerca di una danza assoluta, attraverso la quale arrivare all’essenza stessa del movimento. Crede fermamente nell'intreccio tra danza suono e parola, Tanz – Ton – Wort, che rappresentano una unità inscindibile. Enfatizza il sincronismo nei movimenti dei danzatori, non per costruire una figura statica da ammirare, come nella danza accademica, ma per esprimere un'emozione in divenire.
Crea una scuola estiva a Monte Verità, alle pendici delle Alpi Svizzere, e qui sperimenta il tentativo di liberarsi dai condizionamenti sociali cercando di restituire all'uomo la piena armonia con se stesso e con la natura. La danza diventa per Laban il tramite attraverso il quale mettere in relazione il corpo umano con lo spazio circostante e nello stesso tempo la terapia per sconfiggere alienazione e incapacità di comunicare. Applica un allenamento quotidiano basato su tecniche di improvvisazione e rilassamento, di equilibrio e disequilibrio, per portare l'allievo alla conoscenza completa ed al controllo del proprio corpo fino ad esprimersi soltanto grazie alla propria fisicità. La danza a questo punto non ha più bisogno della mediazione della musica perché nasce direttamente dai ritmi fisici del danzatore. Laban afferma che “ognuno è un danzatore e tutto è movimento: l’attività del cervello, il ciclo vitale delle cellule, il respiro, il battito del cuore, ogni manifestazione fisica e mentale."
Analizza il movimento e lo codifica in tutte le sue forme, elabora teorie scientifiche: l’Eucinetica (la teoria dell’espressione) e la Coreutica (la teoria dello spazio) con le quali getta le basi per la danza moderna. Dopo la prima guerra mondiale passa di successo in successo, fonda compagnie, apre scuole, nel 1928 presenta ufficialmente il suo sistema di notazione coreografica e nel 1930 è direttore della sezione danza dell’Opera di Stato di Berlino. Ma uno spirito libero e anticonformista come lui non può andare a genio al regime nazista, che infatti lo costringe nel '38 ad emigrare in Inghilterra. Qui applicherà i suoi studi sul movimento alla riabilitazione dei feriti in guerra, e in seguito, anche al coordinamento dei movimenti degli operai alla catena di montaggio. Nel frattempo fonda il Laban Art of Movement Studio, che dirigerà fino alla morte, il 1 luglio 1958.
3 commenti:
wow!Londra, scuola di danza, maestro di danza e uccellino...quanta cultura...brava!
Devo riscrivere tutto...mi era apparsa una strana pagina, che richiedeva account e numero di cellulare...così il mio bel discorso è sparito di colpo, ho dovuto fare manovre per riprendere la mia identità...
Complimenti Dede!
Ci stimoli sempre...grazie per i viaggi mirati che fai...per le idee, le immagini, i rapporti dettagliati, le descrizioni accurate, con una scrittura fluida, col pizzico di ironia, che ti è congeniale...
Un abbraccio!
Interessante, e potrebbe interessare anche a mia figlia questa cosa di uccellini, danza e architettura, tutto insieme! Mi sa che la prossima volta a Londra andremo a cercare 'sto posto.....
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