Charlie Parker lo aveva definito The Jazz Corner Of The World e così ancora ama definirsi, sessanta e passa anni dopo, il mitico Birdland.
Jazz Club tra i più blasonati al mondo e ancora oggi meta di rispettoso pellegrinaggio per ogni jazz fan degno di questo nome, al Birdland dei tempi d'oro sulla cinquantaduesima strada hanno suonato praticamente tutti i più grandi, da Bird a Dizzy Gillespie, a Thelonius Monk, a Miles Davis al grandissimo unico John Coltrane e ancora tanti ma tanti altri. Ogni sera jam session magiche memorabili e irripetibili, e io avrei dato non so cosa pur di essere lì a vedere almeno una volta nella vita.
Sono tanti i musicisti che a questo jazz club hanno dedicato un brano, e non parlo solo del superstrafamoso Birdland dei Weather Report, uno dei pochi pezzi al mondo che perfino il più distratto degli ascoltatori riesce a riconoscere dopo le prime quattro note, come succede forse solo con la Quinta di Beethoven
C'è anche una dolcissima Lullaby of Birdland di George Shearing, qui nella versione della ineguagliabile meravigliosa Sassy
Oggi il Birdland, dopo parecchie vicissitudini e traslochi, si è spostato sulla quarantaquattresima strada.
L'atmosfera è ovattata, le luci sono soffuse e il club funziona anche da ristorante, un manipolo di camerieri trafelati si destreggia tra i clienti cercando di non disturbare la musica e servire contemporaneamente la cena. Sembra facile ma provate voi a fare lo slalom in mezzo a qualche decina di tavoli reggendo un vassoio su ogni mano e tentando pure di essere invisibili, e poi mi dite se è davvero così facile.
Cenare ad un tavolo a mezzo metro da uno dei propri idoli è un'emozione che vale la pena di provare, anche nel caso in cui al tavolo vicino al vostro quattro rubicondi armadi in cappellino e camiciotto a quadretti completamente impermeabili alla musica (ma allora mi chiedo perché cavolo andare a cena in un jazz club) continuino imperterriti a ragliare e scambiarsi grandi pacche sulle spalle, portandovi a deplorare risolutamente la legge che considera la tortura fisica un delitto penalmente perseguibile.
Pazienza, in ogni caso la performance di John Pizzarelli e famiglia, Pizza Party, valeva assolutamente la pena.
7 commenti:
Grazie Dede!
peccato che non riesco a vederne parecchi...ripasserò...molto interessante!!!!
Una buona giornata a te!!!
Sempre detto che il cameriere è il mestiere più difficile del mondo........
Dede, menomale che ci sei tu a immergerci in queste belle atmosfere d'antan! :)
Bello Dede, grazie!un bacione...
Ecco dov'eri finita...
Continua a raccontare, grazie. ;)
sono ignorante in materia di jazz,non lo capisco...mi sembra troppo uguale e noioso...ma a NY credo che mi possa piacere anche la pietra...
Very good music choices! Chiao
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