giovedì 11 novembre 2010

A l'é MAC BUN!

A casa mia l'hamburger si è sempre mangiato. A cercare il pelo nell'uovo non era proprio proprio un hamburger con tutti i crismi,  mia nonna infatti  lo chiamava  svizzerina, lo cuoceva fino a farlo diventare una suola da scarpe e di solito  lo accompagnava con un contorno  di purè di patate con poco latte e  senza burro. Perchè il  burro faceva male. Anche  il prosciutto crudo faceva male, e i formaggi (tutti tranne la Berna), i sottaceti   i wuster i budini (tollerati, ma  solo per occasioni speciali, i budini Elah) e  la senape.
Col bollito, e solo col bollito, era permesso  un invisibile baffo di salsa Rubra.
Anche bere troppa acqua a tavola faceva male, faceva venire le rane nella pancia.  Ma le rane nella pancia venivano comunque,  anche se si beveva lontano dai pasti.
Credo sia stata questa la molla che mi ha fatta diventare  una fan sfegatata di Mc Donald già  molto tempo prima che Mc Donald sbarcasse in Italia. La sua esistenza mi si era rivelata casualmente, guardando  un vecchissimo  film in bianco e nero di serie B durante uno dei tanti  pomeriggi estivi in cui per sfuggire all'afa  mia sorella e io  ci chiudevamo subito dopo pranzo nel Cinema La Perla, l'unico che  proiettava due film diversi ogni pomeriggio.
Solo dopo avevo scoperto che, anche se in Italia non c'era nulla di simile, all'estero  Mac Donald e  Burger King pullulavano e andarci a pranzare quando eravamo in vacanza era una autentica  festa. A me  piaceva da morire tutto quanto, il panino al sapore di segatura, la polpetta  finalmente sapida e  grondante di  grasso che colava in mezzo alle dita, il sacchetto di patatine unte e bisunte e perfino  quell'ineguagliabile effluvio,  un misto di  fritto vaniglia e ketchup che in un amen ti  impregnava vestiti e capelli, e che  voleva dire vacanza si,  ma anche trasgressione (da bambini  le idee sulla trasgressione sono ancora abbastanza  approssimative)
Dopo l'arrivo sul suolo patrio  dell'amico Mac però devo ammettere che  il fascino del frutto proibito  aveva perso parecchio appeal,  complice anche una accresciuta  consapevolezza sui rischi da eccesso di colesterolo e forse pure   una  migliorata sensibilità  in campo olfattivo, diciamolo. Fatto sta che erano secoli che non mettevo piede in un fast-food-trattino-hamburgeria. 
Fino a ieri, quando sono andata a pranzo nella prima e unica  Agrihamburgeria  Slow Fast Food  di tradizione piemontese,

che serve  solo carne fresca di fassone piemontese, patate cucinate sul momento, pane  di panetteria e bevande naturali: birra artigianale e vino prodotto dalle nostre parti. No surgelati, No prodotti industriali. 
I proprietari avevano pensato con una discreta dose di  ironia  di  chiamarlo Mac Bun, espressione dialettale che  si traduce in italiano con Soltanto Buono,  ma  l'idea non era  piaciuta agli avvocati dell'altro Mac, i quali lancia in resta avevano minacciato cause penali per appropriazione indebita di marchio depositato,  con grande battage sui giornali. 
Detto fatto, Il MAC BUN è  diventato M** BUN 


e credo che i proprietari ancora stiano benedicendo la minacciata querela per la enorme pubblicità gratuita che ne hanno tratto.Menu scritto in piemontese, gettonatissimo il Chiel (Lui)

hamburger classico con insalata e pomodoro, ma vanno alla grande anche il Tuma con formaggio,   il Mach ca Brusa con peperoncino, e le insalate di carne cruda à la piemunteisa con l'aglio e à la franseisa con senape. 






 
I prezzi sono più che ragionevoli anche se, ça va sans dire, sono più alti dei fast food tradizionali, ma a parte  ogni confronto sulla qualità del cibo servito (confronto improponibile, siamo proprio su pianeti diversi), la pulizia è impeccabile,   le stoviglie sono  biodegradabili e   la raccolta  dei vassoi usati  avviene in maniera superdifferenziata. Nessuna puzza di fritto, il personale è garbato e  svelto  

e la coda non dura mai più di qualche minuto.
Ho letto che stanno per aprire un nuovo punto a Torino. 





 
  













Rimedio subito al giusto appunto di Lydia: il locale si trova a Rivoli, in corso Susa 22/E.  A due passi dal mio studio 













15 commenti:

Lydia ha detto...

Dede, sbaglio o non leggo l'indirizzo di questo paradiso?

dede leoncedis ha detto...

hai ragione Lydia! l'ho aggiunto di corsa

ivana ha detto...

Wow...
Mi hai divertito con il prologo di memoria...quasi quasi mi vedevo immedesimata!!!!
Grazie di questa presentazione del m***bun
Interessante la sua filosofia e la sottolineatura così evidente nei messagi nei cartelloni!
Ci farei una puntatina.... ma sai che all'Ikea mi vado sempre a mangiare le polpettine? Faccio concorrenza ai nipotini che con gli altri nonni andavano al burghy, l'ultimo che sia stato fagocitato da MD's, a Casalecchio di Reno!!!

Ciauuuuuu!!!

Paula Feldman ha detto...

PRANZO nel uikend del 10 Dicembre! Sapevo che saresti andata in perlustrazioni. Mica ci puoi portare senza aver assaggiato il cibo. Dopo il Kashmir Express poi! Non vedo ora di tuffarmi nel M--Bun! GNUM! un abbraccio da ponente, P

Lydia ha detto...

Strepitoso, spero che lo esportino anche a Milano, sennò mi tocca venire a Rivoli.

Dede, io sono una maleducata come poche, non ti ho neanche mandato un bacio per il tuo compleanno...

Nela San ha detto...

Accidenti, sono venuta a Torino un mese fa e questo me lo sono perso! Da quanto tempo ha aperto?
Sto preparando un post sulle eccellenze italiane (gastronomiche e non), posso citarti e, se possibile, mi autorizzi a usare qualche foto? Nominando anche l'autrice, ovviamente.

dede leoncedis ha detto...

Ivana anche io amo le polpettine ikea!
Puddin, ci sono andata per adempiere ad una missione, non potevo mica rischiare, no?
Lydia non so se verrà esportato a Milano, dovrai per forza venire a Rivoli, anche per espiare....
Nela San le mie foto sono a disposizione, figurarsi, basta chiederle

Rita e MImmo ha detto...

Scusa da quel che avevo letto su FB non avevo capito niente e me ne scuso, ha comunque avuto il merito di farci fare una chiacchierata.
Leggo ora questo e concordo, siamo su un altro pianeta rispetto all'altro Mac, mi auguro che ne aprano presto uno anche a Bari. Avevo seguito la polemica a suo tempo ma non avevo collegato.
Devi sapere che ad Altamura, patria del pane omonimo e di tanti altri prodotti da forno a legna, si è fatto di più, il Mac Donald o Spizzico o altri similari, che avevano avuto l'ardire di aprire nella piazza principale, sono stati costretti a chiudere dal risveglio dei focacciai locali vicini.
Ach'io ho fatto la stessa tua esperienza arrivando a Parigi dal sud Italia nel '67, mi lasciai affascinare dal panino grassoso e dal gelato squagliato e principalmente dalla trasgressione di mangiarmeli camminando al centro del mondo di allora, il Mac o qualcosa di simile era abbastanza vicino all'Arco di trionfo, noi che la gomma americana la masticavamo di nascosto.
Arrileggerci

dede leoncedis ha detto...

Mimmo aguriamoci davvero che l'idea di unire fast food e cibo genuino prenda piede, in fondo si tratta dell'uovo di colombo

Gracie ha detto...

Allora è possibile mangiare prodotti locali, genuini e freschi a poco prezzo! Lo so che sembra la scoperta dell'acqqua calda, ma a quanto pare è una cosa dannatamente difficile. Speriamo che di locali così ne nascano altri in giro per l'Italia, il buon cibo non manca da nessuna parte!

Vero ha detto...

Leggendo la parte iniziale del tuo post ho desiderato andare al mc più di ogni altra cosa!!
A me piace. Fa male e me lo concedo una volta al mese, ma mi piace tanto!!
E ora mi racconti che esiste questo posto!? è come "l'isola che non c'è"! il mc sano...
mmm...


@Ivana, io quando vado all'ikea torno a casa con la busta di polpettine surgelate!!

Antonietta ha detto...

non vale, anche vicino a casa mia lo vogliooooooooooooooooooooo...beata te!

dona ha detto...

Operazione davvero intelligente: una sorta di quadratura del cerchio :)
Con l'occasione stendo un velo sulla ristorazione (fast e slow) veneziana.
Una volta almeno c'erano i "bacari", le vecchie osterie che offrivano una ristorazione veloce e assolutamente tradizionale (una sorta di "tapas" veneziane). Ora sono tutti venduti al peggior turismo.
Personalmente quando ho voglia di mangiare pesce veramente fresco e a prezzi umani me ne vado in Croazia. Amen.

Fabipasticcio ha detto...

bella come sempre la storia che ci hai raccontato.
Concordo con il commento di Dona, una volta a venezia c'erano tanti bacari, adesso sempre meno e tutti troppo turistici. Il turismo non fa male, intendiamoci, anzi! Però il voler tradurre tutto in soldoni facili facili si. Mc Donald ha avuto un'esistenza travagliata qui in zona.
Però ci sono Spizzico e compagnia cantante.
Dopo un primo ma veloce innamoramento con MaC Donald, poi basta anche perchè dopo aver provato i veri diners non ce n'è.
Ben vengano queste nuove soluzioni, invece, legate al territorio e con nuove concezioni.
Bravi per il riciclo e l'attenzione all'ambiente. So che suona tanto fashion, ma in molti se ne riempiono solo la bocca.
Annotato per il prossimo tour che speriamo sia a breve.
Baci Baci

dona ha detto...

@Fabipasticcio: ma guarda se dovevo conoscere un compaesana sul blog di una piemontese... :) Piacere di conoscerti Fabiana!

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