martedì 1 giugno 2010

Lisbona - Il Chiado



Mi hanno spiegato che la parola Chiado in portoghese significa astuto, ma anche malizioso. Il mio amico Giovanni, che il  portoghese lo conosce davvero,  completa l'informazione aggiungendo che  questa parola   può anche voler dire   cigolio e  chiado è  anche  il verso del coniglio. 
Ma Chiado é soprattutto  il soprannome con cui era conosciuto Antonio Ribeiro, divenuto attore e poeta dopo aver gettato la tonaca francescana, e vissuto nel secolo sedicesimo più o meno negli stessi anni del grande Luìs Vaz de Camões. Non ho studiato letteratura portoghese e direi una bugia se fingessi di conoscere le sue opere, il poco che ho saputo trovare su di lui dice che pur non essendo uomo di cultura aveva un grande talento per le lettere e una sorprendente capacità di improvvisazione. Nonostante avesse lasciato presto gli ordini religiosi non gli si conoscono storie sentimentali, e si dice abbia continuato per tutta la vita a vestire l'abito talare.











La leggenda deve rispondere a verità, perché proprio con la tonaca Ribeiro viene rappresentato nel monumento che lo celebra in largo Chiado, la piazza da cui prende il nome l'intero quartiere.
Cerniera tra la Baixa, la parte bassa della città, ed il Bairro Alto, il Chiado é il quartiere della cultura e dello shopping,





















del Teatro da Trindade 




























e del teatro Sao Carlos, il teatro d'Opera di Lisbona costruito alla fine del settecento da José Costa da Silva, che nel progettarlo si era ispirato  per metà al San Carlo di Napoli e per metà alla Scala di Milano,





































del Museu do Chiado, vecchia fabbrica di biscotti restaurata benissimo dall'architetto Jean Michel Wilmotte, che ne ha mantenuto intatti i forni originali. (Ne riparleremo)



















e ancora, del Museu Arqueologico do Carmo, la cui foto mi è venuta male e perciò  ne  metto una  presa a prestito  da qui






Rua Garrett, elegante arteria che taglia a metà il quartiere, è ricca di librerie e negozi tra i più esclusivi  e raffinati, 


anche se i neon all'interno di questa sciccosissima gioielleria urlano vendetta.



















Ci sono poi un gran numero di locali, bar e pasticcerie frequentate da tutti gli uomini di cultura della città, e tra questi l'onnipresente e piuttosto ingombrante Fernando Pessoa la cui presenza aleggia in ogni angolo,
e che ai tavolini della Brasileira si trovava talmente a proprio agio che i Lisbonesi hanno deciso di  lasciarcelo per sempre.

Condannato con il suo  cappello il papillon e la gamba accavallata, in estate come in inverno, sotto il  sole e con la pioggia senza mai potersi scrostare da quel tavolino, a guardare raffiche di turisti che bevono caffè. 
Avendo sempre considerato Fernando Pessoa un personaggio a dir poco  inquietante, questa forma di ergastolo eterno mi suggerisce il dubbio che si tratti di un diabolico castigo luciferino, un raffinatissimo e  beffardo inferno costruito su misura per lui.

Nel 1998 il Chiado subì un terribile incendio che le autobotti dei pompieri non fecero in tempo a spegnere a causa delle stradine strette e di tutti i saliscendi. Quattro furono gli isolati completamente rasi al suolo.














(la foto proviene da qui) 


Si temeva che per il quartiere fosse un colpo  mortale, ma in capo a qualche anno tutto fu ricostruito sotto la direzione  di un vero  grande dell'architettura, Alvaro Siza Vieira, il quale pretese che ogni singolo edificio venisse riedificato nel pieno rispetto dello stile delle costruzioni preesistenti. 
Era probabilmente l'unica maniera  per impedire che lo spirito del Chiado andasse definitivamente perduto.



10 commenti:

Chiara ha detto...

bellissime foto Dede!Mi hanno fatto notare che Lisbona ricorda un pò Trieste , avrei proprio voglia di visitarla....

dede leoncedis ha detto...

sarebbe davvero un'ottima idea Chiara, e potresti contare su uno splendido cicerone a farti da guida

Nishanga ha detto...

Se pensi che sia un supplizio per il mio Amato rimanere tanto a lungo seduti, sulla stesa sedia e nello stesso bar, e`perche`sei gambelunghe e non stai mai ferma!**
Per tipi come me, invece, che hanno appena scoperto il dono della contemplazione, stare in quella via ridotti a semplici testimoni potrebbe essere l'aspirazione finale e in quanto tale.. persino troppo distraente!
Abbracci da Nishanga

**...e qui nasce spontaneo il solito grazie.E`evidente, cara Dede, che grande e`il nostro vantaggio di groupies, potendo noi muoverci senza muoverci affatto..

papavero di campo ha detto...

siamo sicuri che il Ribeiro sia stato così poco chiado?! (quel dommage per lui!)
cara dede come t'ho invidiato il tuo viaggio! ora mi gusto il reportage d'una reporter che mi gusta assai!

annamaria ha detto...

Tu sei di una bravura straordinaria nel riprendere e nel raccontare,ma devo dire che avevi sottomano una materia prima di prim'ordine(scusa il gioco di parole!). Avevo tanto sperato di poterla vedere con gli occhi e la guida di Giovanni,ma almeno mi posso godere i tuoi reportages,grazie Dede!

dede leoncedis ha detto...

Nishanga, se ami così tanto la contemplazione posso intercedere presso il nostro agente a Lisbona per uno scambio au pair tra te e il buon Fernando

Papavero, comprendo l'invidia ma perché accontentarsi dei reportage altrui? non è così lontano, parti e vai! urge confrontare le reciproche impressioni

Annamaria grazie, spero tanto che questo viaggio si potrà ripetere ancora e senza defezioni. Giovanni non sembrava troppo provato dall'esperienza, è giovane e forte lui.

Carla ha detto...

Uno dei quartieri più belli di Lisbona... guardando le tue foto sono tornata improvvisamente indietro nel tempo e ho scoperto che nonostante gli incendi Lisbona è rimasta bellissima e piena di fascino e identica a come l'ho lasciata!

chiara ha detto...

adoro viaggiare!
proprio poco fa, pensando al prossimo viaggio tra le alternative ...Lisbona è da un pò che vorrei visitarla!
meraviglioso il tuo blog!!
a presto!

dede leoncedis ha detto...

Carla mi sono chiesta più volte se oltre al mal d'Africa esista anche il mal di Lisbona. credo proprio di si!

Chiara se stai pensando ad una prossima meta sono sicura che Lisbona non ti deluderà

Luca Nanni ha detto...

Lisbona è davvero un posto eccezionale. Chiara ha detto che ricorda un po' Trieste... secondo me assomiglia di più a Napoli. C'è un bel romanzo/reportage della scrittrice Miranda Miranda (si chiama 'Il Portogallo è un'isola') in cui c'è questo continuo paragone fra le due città.
Belle le foto...

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