martedì 25 agosto 2009

Solo per pochi

Intorno alla fine dell'ottocento banchieri imprenditori e uomini dell'alta finanza newyorkese, uomini come Morgan Vanderbilt Frick e soci, per intenderci, pur avendo accumulato una cospicua e ragguardevole montagna di denaro, non facevano a parte dell'alta società e non avevano accesso ai grandi ed esclusivi clubs di downtown.
Morgan doveva essere un tipo per niente disposto a lasciarsi guardare dall'alto in basso, e così incaricò lo studio Mc Kim, Mead & White (a rieccoli, dovevano essere oberati di lavoro visto che all'epoca facevano tutto loro) di progettare un nuovo club, che doveva essere più bello più grande più soprendente più stravagante di tutti gli altri. Detto fatto, sulla 60ma strada al numero 1, sull'incrocio con la Fifth Ave nasce il Metropolitan Club
dall'ingresso così incredibilmente esagerato
L'idea di farsi il club su misura non era però una novità, era già piaciuta in precedenza ad un gruppo di ricchi ebrei ignorati dall'aristocrazia cittadina, che per la partita a carte si erano fatti costruire l'elegante Harmonie Club al numero 4 della 60ma strada, praticamente di fronte al Metropolitan .
Questo che segue è l'Union Club, molto criticato per aver accettato tra i suoi soci alcuni amici di Morgan e dei Vanderbilt
e per questo contrapposto al delizioso Knickerbocker Club (delizioso l'edificio, non il club sul quale non dispongo di informazioni sufficienti) dove si riuniva invece solo la crema della crema, notoriamente poco incline in ogni parte del mondo ad accogliere un parvenu.
Le donne, unico gruppo sempre regolarmente escluso da qualsiasi club a prescindere dai criteri di ammissione, avevano preso il toro per le corna nel 1903 fondando al 564 di Park Avenue il Colony Club,
non soltanto il primo Club per sole donne, ma anche il primo gestito esclusivamente da donne.
Progettato pure questo dal solito Stanford White, ora è la sede dell'American Academy of Dramatic Arts che vanta tra i suoi ex allievi la bellezza di novantacinque premi Oscar, duecentotrentasei Emmys e ottantatre Tony. Non male.
L'edificio, se non ho preso un abbaglio, è anche la location di Dirty Sexy Money, un serial parecchio stupido ma zeppo di riprese aeree di Manhattan belle ma belle ma belle da levare il fiato tanto da far sorvolare sull'idiozia della trama.
Ultimo della serie, almeno per questa tornata, il Cosmopolitan Club.
Anche questo dalla parti di Park Avenue, architettonicamente parlando è un obbrobrio, un anonimo condominio grigio con brutte ringhiere in ferro battuto bianco che vorrebbero evocare lo stile di New Orleans (Non è stato progettato dai nostri amici Mc Kim Mead e& White)
Era nato come club per le governanti delle famiglie ricche ma in questa veste durò poco, in breve le signore se lo accaparrarono senza pensarci su tanto, e dove si siano riunite da quel momento in poi le governanti non ci è dato sapere. Probabilmente da nessuna parte.
Molte e articolate le attività culturali del club che nel corso degli anni ha ospitato nei suoi saloni un'esibizione pittorica di Pablo Picasso, conferenze di Maria Montessori e concerti di Prokofiev, Lotte Lenia e Count Basie
tra le sue socie si sono avvicendate Pearl Buck Margaret Mead Eleanor Roosvelt e pure la vedova del generale Custer.

4 commenti:

Gracie ha detto...

Ho sempre desiderato visitare New York, e avendo un cugino che abita a pochi km dalla Grande Mela, chissà che un giorno non riesca a soddisfare questo sogno. Intanto mi godo i tuoi appunti di viaggio che insieme a quelli di Pat (http://millefiorifavoriti.blogspot.com/) saranno la mia guida base!

dede leoncedis ha detto...

Ho visto il blog di cui parli, anche lui è finito tra i miei preferiti

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

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