martedì 12 agosto 2008

Curtea de Arges

Siamo in Valacchia, a Curtea de Arges (la s dovrebbe essere dotata di cediglia ma non ho ancora trovato la maniera di modificare la mia tastiera perciò per il momento soprassediamo, correggerò appena possibile) Il monastero in pietra bianca con i tetti che sembrano d'argento è unico per la sua architettura. Costruito nei primi decenni del 1500 per volere di Neagoe Basarab, fu realizzato con piastrelle di marmo e tessere di mosaico fatte arrivare appositamente da Costantinopoli. C'è una leggenda che ammanta di mistero le origini del monastero, e come spesso accade, non si tratta di una favola a lieto fine. Secondo questa leggenda, che per conto mio potrebbe benissimo essere una storia vera, per avere la certezza del buon esito dei lavori era necessario murare viva la moglie di uno dei muratori. Usava così. Bisognava dunque decidere quale moglie murare, forse non tutti aderirono con entusiasmo all'iniziativa, e così Manole, il carpentiere capo, stabilì che la prima moglie che l'indomani avesse portato il pranzo al marito sarebbe stata la prescelta. Prescelta per modo di dire ovviamente, e probabilmente nemmeno troppo felice di questo colpo di fortuna, se posso dire la mia. Gli operai dunque andarono a casa la sera e si premurarono tutti di avvertire le loro donne, e così l'indomani solo la consorte di Manole si presentò al cantiere. Un tragico sacrificio, o un espediente del carpentiere per liberarsi di un matrimonio che gli andava stretto? Non lo sapremo mai, fatto sta che se non altro la poverina non si è immolata inutilmente, dal momento che il monastero è ancora lì tutto bianco e splendente. Qui dentro sono sepolti alcuni re e regine, come Carol I primo re di Romania e la moglie Elizabeta, e Ferdinando I e la regina Maria, la quale, avendo molto probabilmente un grande gusto del macabro, pretese che il cuore le venisse estirpato e fosse sistemato dentro ad uno scrigno d'oro e sepolto in un altro palazzo, a cui si sentiva particolarmente legata. Per quanto mi riguarda, io sarei più dell'idea di esser messa tutta intera non importa dove, piuttosto che finire come uno spezzatino un po' da una parte e un po' dall'altra, nonostante mi senta molto affezionata alle case in cui ho abitato, ma come si dice dalle mie parti, non tutti i gusti sono alla menta. Per concludere la storia: nel 1940 la regione in cui si trovava questo benedetto palazzo fu annessa alla Bulgaria, e così il cuore della regina Maria si fece un'altra passeggiata fuori programma, e finì per essere portato a Bran, che è noto per essere il castello di Dracula. Cosa che non è per niente vera, ma di questo parleremo più avanti.

5 commenti:

Claudia Casu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
marinella ha detto...

Ciao, ma sei tornata! sto ammirando le tue foto e le farò sicuramente vedere alla mia mamma. Lei è nata in Transilvania, a Botosani. Non è mai tornata in Romania, i miei nonni ci sono tornati un paio di volte mentre noi eravamo all'estero, ma dai loro racconti di quello che avevano trovato mia mamma ha sempre rifiutato di andarci. Magari con un pochino di fortuna potremmo andarci una volta fintanto che riesce ancora a viaggiare con facilità. Una curiosità, come hai comunicato? suppongo che neanche tu parli il rumeno. Io capisco qualche parola quà e la, ma veramente troppo poco ormai per essere autonoma. Da piccola capivo tutto ma non parlavo, poi abbiamo lasciato l'italia e ho dovuto imparare altre ligue, la nonna è mancata meno di un anno dopo il nostro rientro, quindi non ho potuto recuperare. Ciao non vedo l'ora di leggere le altre puntate.

ivana ha detto...

cara Dede,
grazie, a volte si ha bisogno proprio di far rinnovare alla nostra vista il senso del bello o del classico, o di quello che è il nostro personale concetto del bello o dell'arte:
Non si finisce mai di stupirci per le forme, le arditezze, le armonie, che altri artisti, altre culture possono dare all'umanità
Grazie.
un abbraccio!
ivana

dede leoncedis ha detto...

anche io di rumeno conosco solo una parola qui e una là, ma se mi parlano con lentezza riesco ad afferrare il senso del discorso e qualche volta perfino a rispondere. Capisco Marinella che tua mamma non si senta di tornarci, anche per me che pure non ci ero mai vissuta è stata una decisione difficile, ma sono contenta di averla fatta adesso, mentre le cose non sono ancora radicalmente cambiate. Tra una decina d'anni penso che ci sarà una realtà molto diversa e senz'altro migliore, ma qualcosa dello spirito rumeno si perderà, e a me sarebbe dispiaciuto non averlo potuto nemmeno cercare

ivana ha detto...

Una ripassata qui ci voleva,
grazie per il link che hai messo dall'altra parte!!!
Ciao!!!!

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