giovedì 8 maggio 2008

Bukhara - Uzbekistan

Bukhara, la città più sacra dell'Asia centrale, ma anche la città dei tappeti.
Restaurato con grande dovizia di mezzi, il suo centro non deve essere cambiato granchè negli ultimi duecento anni, e sembra che i suoi abitanti continuino a vivere secondo abitudini e tempi del passato.


Veniva approvvigionata attraverso una rete di canali che portavano acqua a circa duecento grandi vasche di pietra.



Non si trattava esattamente di acqua corrente, e le pestilenze erano una seccatura piuttosto comune, a tal punto che la vita media degli abitanti arrivava si e no a trentadue anni. i sovietici portarono una certa modernizzazione, e come prima cosa prosciugarono le vasche.
oggi ne restano solo alcune, ma la loro acqua per fortuna non viene più consumata per usi alimentari.
La piazza Lyabi-Hauz è stata costruita intorno ad una vasca del 1620, in tagiko il suo nome significa proprio "intorno alla vasca" ed è tutta circondata da gelsi antichi quanto lei. Un paio di locali eleganti offrono tavolini




e quei grandi sedili in legno che sono una via di mezzo tra una panca e un divano e che si vedono un po' dappertutto nei cortili delle madrase. Mamme che spingono i passeggini,



famiglie con ragazzini che mangiano ilgelato, si incontrano perfino ragazzine giovani giovani con i jeans e la magliettina corta.




I bazar sono ovviamente zeppi di paccottiglia, ma anche di bellissime sciarpe di seta e scialli di cachemire,


e tappeti, tantissimi tappeti.



Alcuni sono orrendi, fatti in serie e per la verità molto economici, ma ce ne sono di splendidissimissimi, di quell'ineguagliabile rosso Bukhara davanti al quale si può davvero lasciare il cuore.




























1 commento:

ivana ha detto...

E' tutto un incanto....
Grazie.

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