mercoledì 23 gennaio 2008

Morristown - Delbarton School













Avevo conosciuto il mio amico, preside della Delbarton School, su un forum di cucina. Io avevo intenzione di servire un Brunello di Montalcino ad una cena vegetariana ma non sapevo cosa cucinare, lui mi aveva suggerito una polenta con ragù di funghi porcini e da lì avevamo cominciato a scriverci ogni tanto.



Nell'agosto 2005 ero andata a trovarlo la prima volta.
Morristown è una bella cittadina storica nel New Jersey ad un'ora di treno da New York, e la scuola di cui il mio amico è preside, è una High School frequentata da cinquecento allievi maschi, non tutti di religione cattolica, tra i dodici e i sedici anni.
Avete in mente l'Attimo Fuggente? ecco, potrebbero averlo girato proprio lì. Stesso ambiente, uguale uguale, se avessi visto Robin Williams entrare dalla porta non avrei fatto una piega.
C'è una antica villa storica centrale che ora ospita i saloni di rappresentanza,









a cui si sono aggiunti via via nel tempo vari corpi di fabbrica nuovi, tutti architettonicamente molto pregevoli e significativi del periodo in cui sono stati realizzati.



A racchiudere il tutto, c'è un parco enorme.
E quando dico enorme voglio proprio dire enorme: sono quattrocento acri, mica bubbole.





I ragazzi si preparano per l'Università, pare che questa sia tra le scuole migliori, e tra le altre materie studiano anche Latino Arte Musica e Teatro









E' una scuola condotta da religiosi ma nel corridoio c'è un grande pendolo di Foucalt, per sottolineare il valore della scienza.



Mi è sembrata una bella idea, sintomo di un atteggiamento aperto.

Il nuovo auditorium, che ero proprio curiosa di vedere finito, dopo che ne avevo visto il cantiere un paio di anni fa, è letteralmente fantastico, molto molto bello





appare anche piuttosto insolito ai nostri occhi europei, con quelle poltroncine in un delicato tono di viola



evidentemente negli USA gli artisti non sono superstiziosi.

Naturalmente per fare funzionare tutto quanto ci vogliono soldi, e anche parecchi, perciò le rette sono piuttosto salate: ventiquattromila dollari l'anno, che sovente vengono ulteriormente incrementati da robuste donazioni da parte delle famiglie. Mentre ascoltavo tutto ciò io ringraziavo mentalmente il glorioso liceo d'Azeglio, fornitore di una più che accettabile istruzione gratuita sia a me che alle mie figlie senza con questo averne dissanguato i genitori.
Va bè, torniamo a noi, anzi, a Morristown, dove la nostra visita si è conclusa nel miglior modo possibile





Pierre's è il miglior ristorante di Morristown, e a mezzogiorno serve un fantastico buffet. Lì la mia granitica decisione di stare a dieta si è infranta contro una pavlova da svenimento.
Lo chef Pierre mi ha lasciato molto gentilmente fotografare la sua cucina nonostante, diceva, fosse in disordine (era appena passata l'ora di pranzo e con tutta quella gente e quel po' po' di buffet non deve essere uno scherzo, ma io tutto quel gran disordine non l'ho mica visto) e si è messo addirittura in posa, sorridente.



Abbiamo incontrato tutta gente cordiale, molto friendly e dall'apparenza rilassata, calma e disponibile. Probabile che l'ora di distanza da New York abbia una qualche rilevanza in merito.

Delbarton Scool

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Dede,
un resoconto gentile, pacato, la tua verve un po' smorzata, ma lo stile è bello, pulito; interessante quello che descrivi; mi commuove questa presentazione dell'amico, che penso di avere conosciuto in qualche intervento nei forum.
Ti leggo sempre volentieri!
Ora riposati...ed elabora tutta la tua bella avventura americana, che ti invidio tanto...da vecchietta, isolata (ingabbiata) conoscere con te i luoghi che riesci a visitare mi nutre lo spirito!
Un abbraccio!
Ivana

fabrizia ha detto...

proprio non capisco a cosa ti riferisci con il commento sull'ora di treno di distanza da NYC e l'atmosfera pacata

la belle auberge ha detto...

quelle foto dei saloni di rappresentanza, mi ricordano una villa sul lago, posta su un poggio da cui si gode un magnifico panorama. Credo ti potrebbe incuriosire la sua architettura. Dede, i tuoi racconti sono sempre ricchi di stimoli. A proposito della nonchalance con cui gli americani (in genere) snocciolano il loro stato patrimoniale, mi sono sempre chiesta come mai, da noi, l'argomento sia considerato tabù. C'è gente disposta a spifferare ai quattro venti storie di amori impossibili, tradimenti più o meno reciproci, credo politico e religioso, ma morire se qualcuno ti dice come investe i suoi soldi, se guadagna o perde con le speculazioni in Borsa o robe del genere.

erika ha detto...

io non ho ancora capito come tu faccia ad andare dappertutto... :-)
per questo sei la mia reporter preferita!

papavero di campo ha detto...

interessante reportage di alcune tipicità americane, il razionalismo esterno dell'edificio e la memoria old england degli interni da attimo fuggente, ecco il pragmatismo americano e il suo fascino, ci sono progetti che diventano esperimenti e che funzionano..questa è una cosa bella , non solo voli pindarici ma realizzazioni concrete

dede leoncedis ha detto...

è vero papavero, pochi voli pindarici e molta concretezza.
Erika, magari andassi veramente dappertutto!

dede leoncedis ha detto...

Ivana, grazie per le gentili parole, mi permetto però di dissentire sul tuo definirti vecchietta

Anonimo ha detto...

Certamente magoni enormi per le foto della mia america...quello fatto di gente vera. Studenti che sorridono, chef che permettono foto nelle cucine - niente nascosto, tutto aperto agli occhi del mondo...Grazie Dede per avermi portato nuovamente a casa

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