Se a Parigi siete già stati un tot di volte e cercate un'alternativa ai luoghi canonici del pellegrinaggio turistico, questo potrebbe essere un itinerario interessante.
Metro, linea 2, fermata Colonel Fabien (colonnello francese che, per la cronaca, con l'uccisione di un soldato tedesco nel 1941 aveva dato inizio alla Resistenza parigina). Piazza Colonel Fabien (PCF) non è particolarmente significativa se non per il fatto di ospitare la ex sede del Partito Comunista Francese (PCF pure lui),
un'opera di
Oscar Niemeyer costruita tra il 1965 e il 1971 ed aggiunta nel 2007 alla lista dei monumenti storici di Parigi. Si tratta di un grande edificio in cemento e vetro, ma la sinuosa facciata continua suggerisce l'immagine suggestiva di una bandiera che si agita con il vento.
Capisco che l'architettura del ventesimo secolo non sia in cima ai vostri interessi, ma già che siete arrivati fin lì datele un'occhiata prima di proseguire e fate caso agli sbalzi incredibili per cui Niemeyer va famoso, sarebbe un peccato passarci davanti e nemmeno notarli.
Dopo il doveroso omaggio a Niemeyer, svoltate verso rue de la Grange aux Belle in direzione dell'Hôpital st Louis,
un grande complesso ospedaliero costruito agli inizi del seicento dietro ordine di Enrico IV per ricoverare fuori dalle mura cittadine le vittime della peste. L'architettura è la stessa, magnifica, di
Place des Vosges e anche se si tratta solo di un ospedale vale la pena di entrare per ammirare i fabbricati che si affacciano sul giardino interno, sono uno spettacolo.
Circumnavigato l'ospedale, infilate Place Sainte Marthe, gradevole piazzetta alberata con piccoli caffè e dehors
e da lì prendete la omonima rue
è una strada stretta fatta di bottegucce cadenti
e di case che definire fatiscenti può sembrare un eufemismo
Però basta guardare il numero dei cantieri e il colore squillante dei nuovi esercizi che si stanno aprendo
per pronosticare che in un amen tutto il quartiere avrà cambiato pelle e sarà diventato irriconoscibile. E come sempre succede, molti rimpiangeranno quello che fu e diranno che era molto meglio prima.
Noi per fortuna possiamo lasciare ai posteri l'ardua sentenza e proseguire su Boulevard de la Villette fino ad incrociare Rue de Belleville, una strada in salita fatta di brutte case senza particolari attrattive, a parte la lapide al numero 72 che ci informa essere la casa natale di Edith Piaf (la leggenda, per la precisione, vuole che la nascita del passerotto triste sia avvenuta sul marciapiede)
Prima però di arrivare al numero 72 anche senza i miei suggerimenti sarà stato impossibile non esservi accorti di Rue Dénoyez, una piccola strada pedonale le cui case sono completamente ricoperte di graffiti e murales bizzarri e stravaganti, e che ospita una quantità incredibile di microgallerie d'arte caffè e graziosi bistrot moooolto parigini
In cima alla salita di rue Belleville troverete il Parc de Belleville, realizzato sul cucuzzolo della collina una ventina di anni fa, a giudicare dai materassi en plen air sembra molto gettonato dai clochard. Il che, detto per inciso, non vuol dire assolutamente che non sia curatissimo e ben tenuto.
Si estende lungo tutta la collina con una teoria di grandi aiuole, cascatelle e laghetti collegati da piacevoli scalinate da cui si gode
un panorama bello quanto quello che si può vedere da Montmartre, ma senza l'invasione dei turisti. E scusate se è poco.
Arrivati al fondo del parco, dopo un deferente omaggio ai caduti della
Comune di Parigi,
si prosegue per rue du Faubourg du Temple
(continua)