Alla metà degli anni trenta Benny Goodman è all'apice della carriera: stella assoluta della radio, delle sale da ballo e del cinema, è oramai per tutti il re dello swing ma quando il suo impresario propone che l'orchestra si esibisca nella mecca della musica colta americana, la mitica Carnegie Hall l'idea sembra quanto meno stravagante e perfino Goodman si mette a ridere.
Una volta assodato però che di stravagante non c'è proprio niente e che la proposta è così seria che più seria non si può, Goodman accetta la sfida e si mette al lavoro. Dispone già degli arrangiamenti del leggendario Fletcher Henderson e di una band stratosferica: Harry James alla tromba, Lionel Hampton al vibrafono e Gene Krupa alla batteria, ma per la jam session finale si assicura la presenza di altri grandissimi musicisti delle band di Duke Ellington (il suo monumento è qui, e qualcos'altro su di lui avevo scritto anche qui ) e Count Basie, come dire il meglio del meglio all'epoca sulla piazza.
Il concerto realizza il tutto esaurito già molte settimane in anticipo nonostante il costo del biglietto arrivi a 2,75 dollari.
Goodman e i suoi offrono una performance trascinante destinata a passare alla storia: il pubblico si mette addirittura a ballare sotto il palco e nelle corsie tra le poltrone, e quando Jess Stacy si produce in uno splendido (e non previsto) assolo su "Sing, Sing, Sing," travolgente numero finale della serata, il teatro viene letteralmente giù per gli applausi.
La diretta radio richiama un numero enorme di ascoltatori e il concerto viene anche registrato, ma con scarsa lungimiranza è stato predisposto un solo microfono sul palco, e la registrazione non è delle migliori. Per alcuni anni si dirà che è andata perduta e soltanto una decina di anni dopo saltano fuori alcuni acetati da cui la casa discografica pubblica un album che diventa in breve uno dei primi LP a vendere più di un milione di copie. Alla fine degli anni novanta si scoprirà che a partire dagli acetati originali qualcuno aveva realizzato dei master in alluminio da cui è stato possibile ricavare ristampe in CD di alta qualità.
3 commenti:
Benny Goodman, Carnegie Hall, jazz, allegria, ritmo: nel tuo post c'è tutto.
Come immaginavo non deludi mai e anzi, sei riuscita anche a farmi venire un brividino dietro alla schiena!
Quanto mi è piacciuto! Adoro jazz, e il tuo post è bellissimo e racconta tante cose interessanti!
Bacio
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