Nel secolo XVII gli ebrei erano inquilini stabili del Marais dove praticavano arti e mestieri ed avevano costruito le loro sinagoghe, tanto che la Rue Ferdinand Duval si è chiamata a lungo Rue des Juifs, ma l'asse centrale del ghetto è la rue des Rosiers, una stretta viuzza trafficatissima di pedoni, dove già dal secolo XIII si erano stabilite le prime colonie di askenaziti.
E' in questa strada che nel 1942 fu perpetrata dalla polizia francese una delle più tremende atrocità della seconda guerra mondiale: la rafle du Vel'd'Hiv, il rastrellamento del Velodromo d'Inverno. In una sola notte vennero arrestati 12884 ebrei di tutte le età, e questo nonostante le autorità tedesche avessero espressamente precisato che i ragazzi sotto i quattordici anni dovevano essere risparmiati. Furono tutti deportati ma soltanto 811 tornarono a casa.
Non avevo mai sentito questa storia, l'ho scoperta dopo aver notato una lapide come questa sui muri di ogni scuola di Parigi. Le lapidi sono tutte uguali, cambia soltanto il numero dei bambini che in ogni quartiere sono stati deportati e uccisi. Non dimentichiamoli mai è scritto in calce ad ognuna.
In quanto a questo, qualcosa da non dimenticare mai ce l'avremmo anche a casa nostra, e sarebbe il caso di farci un pensiero.
Tornando a Parigi ed al suo quartiere ebraico, dopo la guerra d'Algeria qui si sono stabiliti anche i sefarditi rimpatriati dal Nord Africa e bar e ristoranti kosher si sono moltiplicati.
Oggi il quartiere sta cambiando rapidamente, sottoposto ad uno stretto assedio da parte di boutiques modaiole e grandi griffes.
Del glorioso ristorante Goldenberg ad esempio sono rimaste solo le insegne, mentre all'interno si è installato l'ennesimo negozio di abbigliamento.
Però, se cercate il miglior falafel di Parigi, per il momento e probabilmente per parecchio tempo ancora, avete la certezza di poterlo trovare soltanto qui a L'As Du Fallafel
12 commenti:
Vorrei essere ottimista e credere che ci bastasse una targa ovunque a ricordarci quello che viene revisionato, rivisto...i memento mori non mentono, raccontano un fatto oggettivo punto.
Le foto del quartiere sono suggestive e splendide come sempre.
Grazie per il viaggio nel quartiere Ebraico...imagino i profumi, i suoni ecc.
Grazie per il viaggio e grazie per il commento.È vero che le lapidi non sono sufficienti, ma almeno mantengono la memoria e noi italiani la memoria l'abbiamo corta
Grazie per questo reportage che mi commuove (mia madre è nata al 17 della rue des Rosiers e mia nonna deportata e mai tornata aveva bottega di droghiere all'angolo della rue des Ecouffes). La targa che hai visto sulla scuola è il risultato di un enorme lavoro "capitanato" da mia cognata con diversi comitati di quartieri di cui il "Comité de la rue Tlemcen".Se t'interessa guarda qui: http://nousetionsdesenfants.over-blog.com/
Queste foto. Mai banali. Queste lapidi mai inutili. Bye&besos
Il Marais è il quartiere più suggestivo di Parigi, almeno per me. Avendo letto molti Maigret, è qui che ritrovo qualche corrispondenza con le rappresentazioni che da ragazzina mi facevo della città.
Foto bellissime, in particolare la prima e poi quella con gli avventori della boulangerie.
Ciao!
sempre qualcosa da scoprire...la cattiveria umana non ha fine...
Quanto mi mancavano quattro passi nel Marais! Grazie, cara.
anche oggi ho imparato qualche cosa, infatti non sapevo di un quartiere ebraico a Parigi e ci ho passeggiato volentieri ^ ___ ^
In Italia questa pagina è quasi tabù; c'è molta mala fede in chi si ostina a dire che di persecuzioni razziali vere e proprie non ve ne furono.
Saluti affettuosi
grazie Dede, nemmeno io conoscevo questa storia.
Senza memoria non si va da nessuna parte...
Guardare le tue foto e sentire pungente la nostalgia di Parigi è stato tutt'uno...
Carissima Dede! Ho scoperto solo oggi questo tuo post! Bellissimo e coraggioso! Gli ebrei non vanno più "di moda"...
Conosco queste zone, e il "Marais" è oggi a Parigi uno dei quartieri piuù vivi. Il mio (nostro) Quartier Latin non c'è più...
Bacione
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