Io sono andata a scuola dalle suore. Prima e seconda elementare. Non essendo mai stati noi praticanti, mi sono sempre domandata il perché di questa decisione dei miei e se fino ad oggi non ho trovato una spiegazione logica devo rassegnarmi al fatto che non lo capirò mai.
Ma ai fini di ciò che mi è tornato in mente e che voglio raccontare, che la mia maestra fosse una suora, Suor Renata per la precisione, non ha assolutamente nessuna rilevanza.
Era solo per dare un incipit alla storia. Classe mista, però con una maggioranza schiacciante di bambine. Ma nemmeno questo ha molta rilevanza. La cosa di cui voglio raccontare è che una delle mie compagne, che se non ricordo male si chiamava Olimpia, era mancina: Usava la mano sinistra al posto della destra!
Ma dal momento che Suor Renata era un'insegnante moderna e preparata, si guardava bene dal rimproverarla. Le toglieva semplicemente la penna dalla mano sbagliata e con voce suadente raccomandava a noi bambini di fare altrettanto ogni volta che l'avessimo vista prendere la penna con la mano sinistra. Devo dire che solo molto tempo dopo ho realizzato che per la poverina essere sottoposta al controllo di tutta una classe di spocchiosi bambinetti deve esser stato un vero e proprio incubo, e credo anche di aver capito solo molto tempo dopo le ragioni del suo repentino cambio di scuola a metà dell'anno. Fatto sta che di Olimpia e della sua strana anomalia mi ero completamente dimenticata.
Me ne sono ricordata, come in un flash, al New York Gay Pride, un paio di anni fa, quando mi sono sfilate davanti agli occhi migliaia di persone, e in ciascuno di loro ho rivisto Olimpia e il suo incubo di essere costantemente sottoposta al controllo e al giudizio di sciocchi spocchiosi, convinti dalla suor Renata di turno di stare dalla parte della ragione a prescindere.
Un po' mi dispiace di non essere stata presente alla parata 2011, capitata a così poche ore dalla storica approvazione della legge sul matrimonio omosessuale. E immagino anche quante felicità e quanta commozione si saranno mescolate alla rumorosa allegria di ogni anno.
Ma tutto sommato è meglio così, mi sarei commossa anch'io e avrei di sicuro pianto come un vitello e se c'è una cosa che io detesto è proprio piangere in pubblico.
8 commenti:
Dede, ma come scrivi bene, dai tuoi scritti viene fuori tutta la tua delicatezza.
Anch'io sono stata a scuola dalle Suore non essendo i miei praticanti, ma io il motivo lo conosco, era l'unica scuola che facesse il tempo prolungato all'epoca.
Un bacio forte
C'è sempre qualcuno che crede di essere dalla parte giusta di qualcosa e con voce suadente ribadisce ad libitum ciò. E' bello sapere che ci sono più parti giuste e che finalmente si può dire liberamente. Un piccolo grande passo e continuiamo a camminare...
Pensa Dede che anche io sono mancina e in prima elementare la mia maestra mi chiese se volevo provare a scrivere con la mano destra.
Io peró, che ho sempre avuto una testa durissima, le ho piú o meno risposto che non se ne parlava proprio.
Forse anche per questo ho sempre provato a mettermi "dall' altra parte", perché una caratteristica che in realtá non reca danno a nessuno puó renderci "diversi" dalla maggioranza. E mi é servito tantissimo nella vita: a sentirmi serena quando amici carissimi hanno fatto outing, o ad avere un'ostetrica di cui ho guardato la professionalitá e la gentilezza e non l'ovvio orientamento sessuale.
Purtroppo viviamo in un mondo in cui il pregiudizio rende la vita difficile a persone che vogliono solo essere libere di esprimere se stesse per come sono.
Finalmente si stanno facendo dei passi importanti...speriamo che anche in Italia, un giorno...
Bel post, Dede. Hai trovato il modo di farci riflettere con la massima semplicità. Complimenti.
Io sono stata una mancina corretta: in seconda elementare la mia insegnante, usando metodi molto meno delicati della suora di cui parlavi, con un suo foulard mi legava il braccio sinistro dietro la schiena obbligandomi così a usare la mano destra. Per quanto ne so, quando ne parlò ai miei, ebbe il permesso di farlo; a loro disse che scrivendo con la sinistra storcevo la spina dorsale; a me disse invece che la mancina era la mano del diavolo.
Ci ho messo quasi 20 anni per riprendere a scrivere con la sinistra (avevo molti problemi di grafia, la cambiavo in continuazione, e un amico neurologo mi disse che mancavo di "identità grafica", a causa di quel forzato cambiamento) ed è stata durissima ritrovarsi all'università a scrivere come una bambina di 7 anni - la grafia era rimasta congelata a quel periodo.
Ora ho una mia grafia, molto particolare, mi dicono (un po' antiquata), ma ogni tanto quando sono stanca o nervosa mi viene da scrivere di nuovo con la destra. Resisto, ricordando la bambina che sono stata, il senso di umiliazione nel sentirmi dire che scrivevo in modo sbagliato, la vergogna di avere per i primi anni i quaderni disordinatissimi e scritti con una grafia deforme che non mi piaceva - io, che da bambina tenevo molto ad essere ordinatissima e perfetta.
La diversità, anche quella poco "minacciosa" di un mancino, è spesso vista con sospetto e paura e diffidenza. Speriamo davvero che ci si stia avviando verso una stagione di maggiore apertura e civiltà.
Mi scuso per lo sproloquio, ma è un argomento che mi tocca ancora molto. Saluti!
(anche io non amo piangere in pubblico, ma in situazioni simili non mi dispiace affatto)
Anch'io, mancina repressa ( ma quanti siamo ?), tuttora ho dei problemi a distinguere la destra dalla sinistra ( tranne che in politica). Anch'io, come te, mi sarei commossa per la parata e avrei pianto in pubblico, sospesa tra vergogna e allegria.
Un grande abbraccio
A me è venuto il magone quando ho saputo dell'approvazone della legge a NY (ma questa cosa colpisce da vicino il mio cuore, quindi non faccio testo) ma per una giusta causa non mi sarebbe importato farmi vedere piangere in pubblico.
mamma mia, se fossimo state tutte presenti alla parata avremmo allagato la V strada!
Posta un commento