giovedì 11 febbraio 2010

A Berlino, tra le vite degli altri e Lola che corre, corre, corre



In considerazione della recentissima piega cinefila assunta dal blog impegnato in questi giorni in una ricerca di locations, e in ossequio alla par condicio preelettorale nel difficile tentativo di contrastare lo strapotere della Grande Mela in qualità di set cinematografico, oggi si va in cerca di lochescions berlinesi.
Non sorprenda la scelta della città, dovuta in parte  a quei pochi film berlinesi che costituiscono lo zoccolo duro della mia scarsa cultura cinematografica, e soprattutto al  fatto che, data la visita ancora molto recente, la mia memoria non ha ancora fatto in tempo a dimenticarne la toponomastica.
Di Karl Marx Allee come sfondo per le scene finali delle Vite Degli Altri abbiamo già parlato.




Lola invece Corre,  dimostrandosi  la prova lampante dell'ingiustizia della  natura, che a lei  ha regalato due polmoni di acciaio che le permettono di  scapicollarsi  avanti e indrè  per Berlino per  tutta la durata del film  mentre  un qualsisai  altro esemplare  umano  normodotato si sarebbe schiantato in debito d'ossigeno  entro i  primi tre minuti. 





Buona parte di tutto quel fiato Lola lo spende ad affannarsi  su e giù   lungo l'Oberbaumbrücke 



che attraverso la Sprea  collega il quartiere di  Friedrichshain,  nella ex Berlino Est,  con Kreuzberg, quartiere mutietnico con forte presenza turca  della zona ovest.



  Costruito nei primi decenni del settecento in legno,  ha avuto una storia piuttosto travagliata.
Fu  per parecchio il più lungo ponte  di Berlino e  alla  fine dell'ottocento venne consolidato, restaurato in stile neogotico e dotato di  torri per farlo somigliare a una cinta di mura medievali. 





























Pochi anni dopo l'Amministrazione  decideva  di farci correre sopra una linea di ferrovia, e saggiamente fu deciso di  rinforzarlo con  una robusta struttura in ferro
La guerra lo aveva già danneggiato seriamente, e nell'aprile  45 per contrastare l'avanzata sovietica Hitler gli dà il colpo di grazia  ordinando di farlo saltare in aria. 
Viene ricostruito dopo la guerra, ma   nel 1961  a seguito della costruzione del Muro viene di nuovo  chiuso  per impedire ogni possibilità di collegamento tra i settori est e ovest. Ma i collegamenti, pur regolamentati e pesantemente controllati, restano una necessità imprescindibile per tutta quanta la città  e così un paio di anni dopo il ponte viene riaperto, anche se solo per il traffico pedonale. Pochi anni dopo la caduta finalmente  il povero Oberbaumbrücke trova pace, ricomincia nuovamente ad accogliere  il traffico delle auto 


Anche la metropolitana è ritornata finalmente  a circolare, con la linea U1.






(continua)

7 commenti:

Mari ha detto...

belli questi post cinefili.
A Berlino è cominciata la Berlinale, che - grazie al nostro cinema in casa - io e Ralph non riusciamo piú a frequentare assiduamente...
Fra i film con sfondo Berlino amo ci sono Herr Lehmann, Good bye Lenin e il classico One, two, three.

dede leoncedis ha detto...

Mari, al fondo del post ho scritto ...(continua)...
Good Bye Lenin è in preparazione!

papavero di campo ha detto...

lola corre m'era piaciuto tanto,
grazie ai reportages by dede

papavero di campo ha detto...

volevo aggiungere un grazie di postilla per il frammento finale delle vite degli altri, un brano di commozione e significazione struggente!
dede al solito un ottimo lavoro!

Paula Feldman ha detto...

I tuoi racconti, le tue foto mi portano nel mondo degli altri che non frequento. Comincio conoscere attraverso i tuoi occhi e le tue mani! Grazie!!! P

dede leoncedis ha detto...

papavero, grazie del plauso ma sappi che ora mi sento ancora più legittimata a proseguire

dede leoncedis ha detto...

paula! anche tu qui?

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