mercoledì 20 agosto 2008

Ciorba mamaliga e sarmale

Mia madre non ha mai cucinato e per lei il cibo non è mai stato altro che una noiosa formalità, invece mio padre ogni tanto amava spignattare, e quando decideva di farlo ovviamente mobilitava tutta la famiglia. Più che in una cucina, sembrava di essere in una sala operatoria: il luminare della chirurgia con intorno un nugolo di assistenti, ciascuno con un compito preciso. Ordini secchi e risposte efficienti, tale e quale come in E.R. Padella - padella - padella. Mestolo - mestolo - mestolo. Non ricordo se ci fossero addetti a detergere il sudore dalla fronte del primario, ma in fondo è un dettagli trascurabile. E alla fine del rito, il campo di battaglia era come Hiroshima dopo l'esplosione. Perciò ben prima di questo viaggio sapevo già parecchio della gastronomia rumena, e alcuni dei suoi piatti fanno parte stabilmente delle nostre abitudini familiari. Non è pensabile, per dirne una, immaginare a casa mia un pranzo di pasquetta senza i mititei, che sono salsicciotti a forma di sigaro, profumati di spezie e preparati con un misto di carni, non esattamente magre, che bisogna lavorare a lungo con le mani e compattare con l'aggiunta di un po' di acqua e bicarbonato prima di passarli a cuocere sulla brace. E le mie figlie parlano di ciorba, e non di minestra. Buffo, non me ne ero mai resa conto e me l'ha fatto notare Elisa dopo che siamo tornati a casa. In fatto di cibarie non ero una novellina dunque, e così quando ci siamo trovati in questo ristorante con cucina open air, ho fatto la mia porca figura di fronte alle cuoche che credevano di prendermi in castagna, perchè sapevo benissimo che nei piatti non c'erano polenta e involtini di verza, ma mamaliga e sarmale

5 commenti:

ivana ha detto...

Dedeeee!!!!
Ma insomma, non ti scappa niente, a 360° il tuo digital-occhio inesorabile...e io mi ci diverto un mucchio!!!!!

Grazie...mi interessa tantissimo e soprattutto...da dove parti, dall'infanzia e dai sapori di una cucina diversa...ma quanto buona!!!!!!!!!

Un abbraccio!!!

la belle auberge ha detto...

ciao Dede e bentornata. Strabilianti le foto del tuo viaggio in Romania! Ci sono immagini, tipo la casa ricoperta d'edera, che mi ricordano luoghi vagamente familiari ma che non riesco a collocare geograficamente. Per non parlare delle donne che cuociono la polenta: mi sembra di vedere la Pina e la Gigia buonanime alle feste dell'Amicizia anni'70-'80.
Valeva la pena di intraprendere questo viaggio, vero?
un abbraccio
eu

quasi dimenticavo: lascia solo che mi arrivi il barbecue dalla 'merica e poi ti tormenterò per sapere la ricetta dei mititei. :)

dede leoncedis ha detto...

e si, valeva davvero la pena intraprendere questo viaggio, e con le mie foto cerco di trasmettere almeno in parte tutto quello che ne ho ricevuto. E' un paese di cui noi qui sappiamo pochissimo, e quel pochissimo è anche viziato da una campagna di disinformazione disonesta e in malafede.

ivana ha detto...

Hai ragione, Dede,
non si devono mai emettere giudizi generali su tutta una nazione: come fa male a noi essere tacciati per mafiosi, così non si può dare epiteti ad altre etnie!!!
Io mi dissocio sempre!!!
E grazie a te, che trasmetti davvero un'emozione e testimoni apertamente la realtà vera!!!!
Ciauuuuuu

Any ha detto...

Appena ho un po' di tempo, vengo a curiosare di nuovo, per conoscerti meglio. A presto!

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