sabato 21 giugno 2008
Frick Collection
dalle parti della Quinta Ave., non tanto lontano dal Guggenheim, per la precisione al n. 1 E 70th st., c'è uno dei musei più interessanti di Manhattan. In realtà, questa era la residenza privata del magnate Henry Clay Frick, una personcina da prendere con le molle che visse intorno alla fine otto-inizi novecento. Dicono sia stato un vero e proprio sfruttatore arricchito immorale e senza scrupoli, tanto da arrivare a schierare i militari contro gli operai che scioperavano nelle sue miniere di ferro e carbone. Cercarono più volte di fargli la pelle, ma senza successo. Dunque, questo amabile signor Frick sfruttando tanti poveracci fece una fortuna enorme, e ne investì una parte in questa sontuosa dimora, che riempì di opere d'arte inestimabili. Non le scelse da solo, ma si affidò ad un consulente artistico che all'epoca andava per la maggiore, Joseph Duveen, il quale pare sapesse affibbiare ai neo ricchi ignoranti delle vere croste a prezzi astronomici. Per Frick però scelse il meglio del meglio, a tal punto che la collezione oggi può competere con quella del Metropolitan Museum, e scusate se è poco. Mobili del settecento francese, opere di Gainsborough Constable e Turner, e non mancano El Greco, Vermeer, Rembrandt, Goya, Van Dyck, Piero della Francesca, il Bronzino e chissà chi altro ancora che ovviamente adesso non ricordo. Curiosa scoperta che mi ha dato un tuffo al cuore: c'era anche il ritratto della Contessa di Haussonville di Jean Auguste Dominique Ingres,
la stessa figurina femminile in abito azzurro che compariva sulla locandina dello spettacolo di De Musset in cui aveva recitato Elisa.
A differenza della maggior parte degli altri musei, alla Frick è vietatissimo fotografare e la visita si svolge sotto gli occhi attenti di severe guide che non si mostrano niente affatto disposte a chiudere neanche mezzo occhio, tanto che mi è toccato comprare quattro cartoline e passarle allo scanner pur di avere uno straccio di ricordo di questo esecrabile figuro e della sua splendida collezione d'arte.
Mi sono rifiutata di comprare il catalogo perchè il ricavato sarebbe andato per un verso o per l'altro sempre nelle casse di Mr. Frick, e la cosa non mi andava giù.
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3 commenti:
Piú giú, in fondo alla Tuscolana...!?...passavo per un saluto!
Ciao Dede,
hai sempre il tuo piglio ironico-battagliero, e ne hai ben donde, con tutte le tue conoscenze fatte in giro, di casi stravaganti e riprovevoli ne trovi sempre ...fai bene a esprimere la riprovazione e a comportarti di conseguenza...sei davvero unica e coraggiosa!
Bene...per il fotografare anche a me è stato assolutamente impossibile al Castello Estense a FE, per la mostra della fondazione Ermitage Italia, che presentava Garofalo nella sua completezza d'opere. Si era guardati a vista, anzi a contatto, col fiato sulla nuca!
Pazienza...qualcosa l'ho reperito in rete, il catalogo...gliel'ho lasciato!!!
Ciauuuuu!!!!
Qualcosa di questo Mr. Frick l'avevo appresa da un programa su alice.tv e mi ero ripromessa, in una futura visita, di andare a vedere la sua dimora. Ora,con il tuo contributo, se sono ancora più convinta. A proposito del divieto di fotografare, qui lo dico e qui lo nego: alla Fondation Maeght di Saint-Paul de Vence, museo di arte contemporanea, una gentile signora alla cassa ti chiede se hai con te una macchina fotografica e se intendi fotografare gli interni. Se rispondi di si a entrambe le domande, ti viene richiesto un supplemento sul biglietto di ingresso. Se rispondi di no solo alla seconda, vieni cortesemente invitato a lasciare in deposito la tua macchina prima di entrare. Indovina, alla seconda visita, come abbiamo risposto?
:-)
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