A proposito di mangiare
L’altra settimana avevo appuntamento con un’amica per un veloce boccone nella pausa pranzo, giusto per un saluto dopo le vacanze. baci abbracci, scambio di souvenir, una insalata mista e al caffè suona il mio cellulare: mia sorella mi avverte che mia suocera l’ha chiamata allarmatissima. Mi aspetta per pranzo e non trovandomi in studio, si è convinta che devo essere di sicuro morta. la chiamo, cerco di farle capire che, non avendomi detto nulla, era difficile per me sapere dell’invito, ma non mostra di aver sentito. Ha preparato cotolette impanate e fagiolini e a me dispiace deluderla. Zompo in macchina e mi precipito a casa sua. Ripranzo.
Mi sento un po’ appesantita è vero, ma per una volta che sarà mai, non è la fine del mondo.
Ieri sera arriviamo a casa, il frigo è desolatamente sguarnito, Franco è appena tornato dalla Turchia, la spesa è in programma per domani che abbiamo ospiti a cena. ci versiamo un bicchiere di vino e spiluzzichiamo pomodorini sottolio, tapenade, un fondo di pesto di pistacchi. Più che piluccare in realtà divoriamo. Non mi ero accorta di essere così affamata, in tre minuti ho fatto fuori una scatola di crackers
Suona il telefono: stiamo arrivando. Due degli invitati, due persone giovani che non ho ancora mai conosciuto, hanno sbagliato giorno. Sono per strada, arrivano da lontano, non è gentile rimandarli a casa, e così diciamo loro di venire su lo stesso, qualcosa rimedieremo. Tolgo lo stendino del bucato dal soggiorno, apparecchio con una tovaglia pulita e la situazione è sotto controllo. in tavola il pesto di pistacchi risistemato in una graziosa ciotolina non sembra nemmeno un avanzo, e poi cubetti di formaggio, olive nere, un provvidenziale patè che mia sorella mi ha portato dalla Provenza. per finire, una bella pasta con sugo di funghi e pomodoro fresco.
Serata piacevole, abbiamo conversato amabilmente fino a mezzanotte e stasera torneranno, insieme agli altri ospiti. Mi sono addormentata con una certa difficoltà, una vocina continuava a canticchiarmi nelle orecchie non c’è due senza tre non c’è due senza tre. Burp.
L’altra settimana avevo appuntamento con un’amica per un veloce boccone nella pausa pranzo, giusto per un saluto dopo le vacanze. baci abbracci, scambio di souvenir, una insalata mista e al caffè suona il mio cellulare: mia sorella mi avverte che mia suocera l’ha chiamata allarmatissima. Mi aspetta per pranzo e non trovandomi in studio, si è convinta che devo essere di sicuro morta. la chiamo, cerco di farle capire che, non avendomi detto nulla, era difficile per me sapere dell’invito, ma non mostra di aver sentito. Ha preparato cotolette impanate e fagiolini e a me dispiace deluderla. Zompo in macchina e mi precipito a casa sua. Ripranzo.
Mi sento un po’ appesantita è vero, ma per una volta che sarà mai, non è la fine del mondo.
Ieri sera arriviamo a casa, il frigo è desolatamente sguarnito, Franco è appena tornato dalla Turchia, la spesa è in programma per domani che abbiamo ospiti a cena. ci versiamo un bicchiere di vino e spiluzzichiamo pomodorini sottolio, tapenade, un fondo di pesto di pistacchi. Più che piluccare in realtà divoriamo. Non mi ero accorta di essere così affamata, in tre minuti ho fatto fuori una scatola di crackers
Suona il telefono: stiamo arrivando. Due degli invitati, due persone giovani che non ho ancora mai conosciuto, hanno sbagliato giorno. Sono per strada, arrivano da lontano, non è gentile rimandarli a casa, e così diciamo loro di venire su lo stesso, qualcosa rimedieremo. Tolgo lo stendino del bucato dal soggiorno, apparecchio con una tovaglia pulita e la situazione è sotto controllo. in tavola il pesto di pistacchi risistemato in una graziosa ciotolina non sembra nemmeno un avanzo, e poi cubetti di formaggio, olive nere, un provvidenziale patè che mia sorella mi ha portato dalla Provenza. per finire, una bella pasta con sugo di funghi e pomodoro fresco.
Serata piacevole, abbiamo conversato amabilmente fino a mezzanotte e stasera torneranno, insieme agli altri ospiti. Mi sono addormentata con una certa difficoltà, una vocina continuava a canticchiarmi nelle orecchie non c’è due senza tre non c’è due senza tre. Burp.
5 commenti:
sì, ma l'apparecchiatura a quale convito corrisponde?
la cena canonica?
quella con il pesto?
PS: non posso stare senza questi necessari particolari :D
l'apparecchiatura risale ad alcuni anni fa, prima dello spostamento della cucina. Mi ci voleva un'immagine per ammorbidire la drammaticità del testo, e non ho trovato di meglio. La prossima volta cercherò di essere meno imprecisa e più puntuale
ma quando mai!
approvo incondizionatamente l'esigenza di fare lettratura prima che cronaca.
mi prendo il peso di ogni contraddizione con quanto ho detto nel precedente commento :D
letteratura? troppobbbbuona, signora mia
Ahahahah Dede,ho pensato al tuo povero stomaco ;-)))
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