venerdì 14 settembre 2007
Parigi è sempre Parigi
estate 1971. Franco è laureato da nemmeno un mese ed è appena stato assunto, di ferie ovviamente non si parla. I nostri amici si sposeranno a settembre, niente ferie nemmeno per loro.
Ma è ferragosto, in città non c’è un cane, ci sentiamo così soli e desolati che decidiamo di osare un week end di follia. Abbiamo pochi soldi, ma anche poche pretese. Offerta eccezionale: un week end a Parigi, aereo e albergo (colazione compresa) a prezzo super stracciato. E’ fatto apposta per noi: praticamente tutto compreso, se mangiamo tanto a colazione avremo poca fame a pranzo e per la cena ci arrangeremo. Giusto? Giusto. Occhei, si parte.
Il Primo viaggio in aereo della nostra vita, che emozione.
L’albergo è bello ed è in pieno centro, un po’ demodè e con una bellissima sala da pranzo coperta da una cupola vetrata in stile liberty, la ammiriamo dalla finestra della nostra stanza. La mia amica ha portato una valigiona, chi sa cosa mai si sarà portata dietro, io ho solo un cambio di magliette e un paio di jeans. Disfiamo i bagagli, e lei tira fuori una serie di involti bene arrotolati: una rolata di carne, un paio di frittate, due bottiglie di vino, piatti di carta e addirittura un fornelletto da campeggio, per il caffè. Ha pensato a tutto. Colazione in albergo, a pranzo un panino, e cena in camera. SUPER.
E infatti ceniamo superbamente, neanche da Chez Maxime sarebbe stato meglio, e dopo: caffè. Basta una spinta decisa all’attacco a baionetta e zac la bombola si innesta nel fornello. Sarà per la paura di far rumore e attirare l’attenzione, ma la spinta non è propriamente decisa, riesce solo a provocare un buchino, dal quale il gas comincia a fuoriuscire imprimendo alla bombola un movimento rotatorio. E’ diventata un missile, sbatte da una parete all’altra, e noi dietro, a cercare di fermarla. Non ci riusciamo, e ad un certo punto la guardiamo con raccapriccio uscire dalla finestra e andare a cadere sulla cupola vetrata, sotto la quale decine di ospiti dell’hotel stanno cenando. Per nostra fortuna è buio, tutta la sala da pranzo guarda in su ma nessuno capisce di che si tratta, e la bombola rimbalza dalla cupola dentro un cespuglio. La mattina all’alba la recuperiamo furtivamente, al riparo da occhi indiscreti.
Siamo tornati altre volte a Parigi. l’ultima nel 2001, per celebrare il trentennale.
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5 commenti:
cavolo, dei veri terroristi! vi è andata bene :))
A vent'anni si è capaci di idiozie incommensurabili, cara Artemisia
Scommetto che le volte che ci siete stati successivamente non le ricordate come quella prima volta. Mi hai fatto sbellicare dalle risate ad immaginarvi all'inseguimento della bomboletta/missile.
storia deliziosa.....
Parigi sara´pur sempre Parigi ma la Bella Dede non scherza!!
Che storia tenera.. e in piu´ magnifici gli ultimi reportage cosi´tanto generosi di note e di bellezza. Ti penso
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