domenica 10 luglio 2016

la Philharmonie de Paris


E' stata inaugurata a Parigi  nel gennaio 2015 dopo otto anni di lavoro 

la Philharmonie, nuova sala da concerti costruita al Parc de la Villette, diciannovesimo arrondissement. Progettata  da Jean Nouvel,  si trova fianco a fianco con la  Cité de la Musique di  Christian de Portzamparc e a poche centinaia di metri dal Conservatorio

E' costata la considerevole cifra di 386 milioni di euro. Ne erano stati previsti 200 e  lo sforamento, non proprio trascurabile, ha comportato una serie di  polemiche e contropolemiche sulle quali, avendone già abbastanza di quelle di casa nostra,  sorvoleremo 
C'erano state discussioni  e petizioni anche a proposito della  rivalità che la Philharmonie avrebbe creato  con la  storica Salle Pleyel, per  cui si era mobilitato anche il sindaco dell'ottavo arrondissement, ma alla fine tutte le proteste sono cadute nel vuoto e nel marzo 2006 veniva indetto il concorso internazionale.















Vinto  l'anno dopo da Jean Nouvel che si propone di realizzare
 Una architettura dai riflessi ponderati, creata da un calmo rilievo, materializzata da pannelli di alluminio che disegnano un grafismo esheriano


 
















 
La struttura è alta 37 metri, ha un tetto su cui il pubblico  può salire per ammirare il panorama  e ospita  500 musicisti, due orchestre permanenti, sei sale prove, una biblioteca,  una caffetteria, un ristorante,  laboratori didattici e uno spazio per le mostre oltre naturalmente ai camerini e a tutti gli uffici amministrativi. 
La Sala Grande  può contenere dai 2.400 ai 3.600 spettatori ed è stata congegnata in maniera che  la distanza tra la sedia più lontana e  il podio del  direttore d'orchestra sia al massimo  di trentadue metri. E'  tutta percorsa da bellissime  balconate sospese che sembrano galleggiare intorno al palcoscenico centrale e che, secondo Nouvel, vogliono apparire come 
morbide lenzuola di musica e di luce







Prima della prima il  direttore dell’orchestra, Bruno Hamard, aveva messo le mani avanti dicendo che  l’acustica della Philarmonie non poteva essere giudicata  dal primo concerto perché 
anche uno Stradivari va addomesticato
ma è stata una prudenza eccessiva: i due più accreditati esperti  al mondo,  il neozelandese Harold Marshall e giapponese Yasuhisa Toyota, hanno fatto un lavoro esemplare e l'acustica della sala è apparsa fin da subito straordinaria.
Inutile sottolineare che i pannelli fonoassorbenti spezzati in  mille tasselli, e i colori  che virano magistralmente   dal bianco al giallo  all'arancio al marrone al nero,   creano  un  effetto di grande eleganza e leggerezza. 


 

3 commenti:

Nela San ha detto...

Interessante il grafismo esterno della struttura, concetto che mi ha ricordato la piastrella tura esterna dell'Opera House di Sydney anche se in quel caso cambiava solo la sfumatura di colore del bianco. L'interno con quei colori e quelle "nuvole" è molto gradevole. Anche oggi ho imparato una cosa nuova di Parigi, grazie e buona giornata, Dede!

dede leoncedis ha detto...

grazie e buona giornata anche a te Nela San

Fabipasticcio ha detto...

Meno male che attraverso i social resto sempre aggiornata con le meraviglie che descrivi e racconti.
Grazie perchè con le tue parole mi è sembrato di essere lì a vederla dal vivo.
A rileggerci presto e magari anche arrivederci a presto

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