Le Folies Bergère, che contende al Molin Rouge la palma del più famoso locale di intrattenimento di Parigi, apre i battenti nel maggio 1869. Nasce come teatro di varietà col nome di Folies Trévise,
il nome della strada adiacente. Lo ha progettato l'architetto Plumeret e lo ha fortemente voluto una certa Madame Cornelie, attrice e socia della Comédie-Française, la quale, legata da "affettuosa amicizia" ad un alto papavero dell'amministrazione comunale, riesce (ma guarda un po') a far abrogare la legge che limitava la costruzione
di nuove sale di spettacolo.
E' un locale ispirato ai cafè–chantant e ospita spettacoli leggeri ma questo non garba alla famiglia Trévise, che trova disdicevole che il suo nome venga accomunato a cantanti e ballerine. Per fortuna un'altra strada adiacente al teatro è via Bergère, nessuna famiglia Bergère trova da ridire o forse non esiste nessuna famiglia Bergère, fatto sta che nel giro di due o tre anni il Folies Trévise diventa Folies Bergère.
E' teatro e ristorante e allestisce balletti, operette pantomime e vaudeville. Artisti uomini politici e nobiltà corrono estasiati a vedere illusionisti e incantatrici di serpenti, ma soprattutto le evoluzioni danzerecce di Loie Fuller.Manet vi ambienta uno dei suoi quadri più famosi e lo sguardo assente della giovane barista resta impresso come uno dei più malinconici che siano mai stati dipinti.
Negli anni venti calcano le sue scene attori emergenti come Jean Gabin e un giovanissimo Charlie Chaplin, e ogni volta che Josephine Baker balla col suo gonnellino di banane viene giù il teatro a furia di applausi
Nel 1935 Maurice Chevalier gira l'Homme Des Folies Bergere
Film che di sicuro è stato visto anche da Gene Kelly (guardare il film di Chevalier dal minuto 3:25)
All'esterno il teatro è decorato da sbalzi di grande bellezza che credo siano stati realizzati intorno ai primi anni del novecento, ma sul cui autore non sono riuscita a trovare neppure una parola
sono linee purissime e rigorose che si ripetono anche nella sala, sui parapetti della galleria
Gli spettacoli sono sempre molto curati, con artisti di ottimo livello belle scene e splendidi costumi che ovviamente è vietatissimo fotografare
Sarebbe tutto perfetto se non ci fosse la caduta di gusto un po' pacchiana della moquette opulenta e dei candelabri in stile Barbie del foyer. Ma è un peccato veniale e lo perdoniamo.
2 commenti:
Divertente la storia sul cambio di nome (anche se ovviamente la famiglia Trèvise di divertente ci trovava ben poco) e gli sbalzi della facciata sublimemente eleganti.
Buona domenica, Dede.
Buon lunedi a te, cara Nela San
Posta un commento