Dopo la storia dell'Abbazia della Novalesa, diciamo due parole anche sulla sua architettura e sul museo.
La chiesa,
costruita nel secolo XVIII sulle fondamenta di quella romanica preesistente e dedicata ai santi Apostoli Pietro e Andrea, fu portata a termine solo nel 1715 con l'intervento dell’architetto regio Antonio Bertola. L’interno è a una sola navata lunga una quarantina di metri.
Frammenti della decorazione medioevale sono ancora ben visibili sulla parete sinistra del presbiterio
E quella che io da lontano avevo stoltamente preso per un allegro gioco di bambini si è rivelato essere in realtà la lapidazione di santo Stefano. Mai fidarsi della prima impressione.
Il Museo Archeologico, inaugurato nel 2009,
raccoglie i reperti venuti alla luce nel corso degli scavi archeologici durante il restauro
e grazie a questi reperti è possibile ripercorrere la storia dell'edificio attraverso le sue strutture
Nella sala di ingresso una sorta di occhio aperto sul soffitto permette di apprezzare gli affreschi nascosti alla vista dal nuovo solaio.
Nel refettorio romanico, ricco di affreschi e di antichi utensili da cucina, purtroppo è vietato fotografare e mi dispiace perché avrei voluto riprendere almeno la grande parete priva di figure e decorata soltanto da un grande panneggio, scelta che la guida mi ha spiegato essere stata dettata non da motivazioni artistiche ma economiche. Spiego meglio: pare che all'epoca gli affreschi venissero pagati un tanto a figura e che per contenere i costi si usasse l'artificio di riempire la scena dipingendo drappi lini e drappeggi. Deduco che monaci fossero parecchio indigenti e che il pittore fosse parecchio bravo, perché nonostante l'assenza di figure l'affresco è davvero bello
Il Museo, oltre ai reperti di scavo, presenta una sezione dedicata al restauro dei libri antichi e raccoglie anche il fac-simile in pergamena
(gli originali sono conservati all´Archivio di Stato di Torino) del Chronicon Novalicense, un rotolo lungo più di 11 metri in cui uno sconosciuto monaco dell'abbazia nell'XI secolo ha scritto la cronaca del tempo mescolando con discreta disinvoltura fatti storici, come l'invasione dei saraceni, con racconti di pura fantasia come la storia di Priscilla, una nipote di Nerone convertita al Cristianesimo la quale nel corso dei suoi pellegrinaggi avrebbe visitato anche l'Abbazia della Novalesa, che noi sappiamo con certezza esser stata fondata solo nel 726 dopo Cristo.
ed il laboratorio di restauro dei libri in cui i monaci lavorano.
Intorno all'Abbazia si trovano poi quattro altri piccoli edifici: la cappella del santissimo Salvatore, la cappella di san Michele (conosciuta anche come cappella di san Pietro), la cappella di santa Maria e la cappella dei santi Eldrado e Nicola, la cui decorazione interna tutti dicono splendida e benissimo conservata. Inutile dire che noi, con la consueta lungimiranza che ci contraddistingue, siamo capitati alla Novalesa nell'unico periodo in cui le visite erano temporaneamente sospese.
Per chi volesse sapere qualcosa di più sul laboratorio di restauro ho scovato questo video (non mio) su Youtube
4 commenti:
Bella l'abbazia con la sua scuola che rinnova una tradizione antica e la fa rivivere. È sempre più necessaria una visita guidata...:-)
Cara Dede!
Svolgi ssempre compitamente i temi che ti prefiggi!
Anche a me dispiace quando non si può fotografare...pazienza!
Mi piace la "leggerezza" delle foto, in tono con lo stile dell'Abbazia!
Ciauu!!!
ciau! bel post, come il solito, esauriente e da competente, saluta Teresa!
A chi dice che sia "turismo minore" , vedendo tutto questo viene da rispondere che invece e' turismo "nobile" e intendo, non per lignaggio, ma per le cose interessanti che si scoprono visitandolo. Buon fine settimana.
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