lunedì 6 aprile 2009

La Fenice di Venezia

Mai credere che il vecchio detto nomen omen sia soltanto un luogo comune. Non lo è certamente nel caso del teatro La Fenice di Venezia, due volte bruciato e due volte rinato dalle sue ceneri come l'uccello mitologico. Si era cominciato a parlare di un nuovo teatro per Venezia negli anni ottanta del secolo diciottesimo, ma solo nel 1787 viene pubblicato il bando di concorso ...." invitando a concorrenza tanto gli architetti nazionali che forestieri a proporre la forma di un teatro ... il più soddisfacente all'occhio ed all'orecchio degli spettatori...", prima era stato necessario ottenere una deroga alla legge vigente, che per arginare il lusso esagerato dell'epoca aveva limitato a soli sette il numero dei teatri nella città di Venezia. Tempo per la presentazione dei progetti: quattro mesi, e come premio al vincitore un medaglione d'oro più la giusta mercede per la direzione lavori. Il tempo utile verrà poi allungato a sei mesi, e saranno presentati alla commissione ventotto studi, nove dei quali completi di disegni e modellino. Tra tutti viene scelto il progetto di Giannantonio Selva, che presenta un plastico (ma il termine è di oggi, non del settecento) in legno che si è conservato fino ai giorni nostri. Nel 1792 il teatro, chiamato Fenice, viene inaugurato in pompa magna. Quando Napoleone viene in visita a Venezia, ci si accorge che la Fenice è sprovvista di palco reale, si costruisce in fretta e furia una loggia provvisoria e solo l'anno dopo si dà incarico a Selva di realizzare una struttura fissa degna di un sovrano. Più o meno una ventina di anni dopo l'inaugurazione, a imitazione della Scala di Milano che aveva effettuato notevoli lavori di decorazione e di miglioria, si decide di bandire un nuovo concorso per ....la costruzione del palco del Governo nel Teatro della Fenice, occupandovi sei palchetti e per nuove decorazioni nella sala. La sala all'epoca è ovviamente illuminata con lampade ad olio, che dopo una quindicina di anni dal restauro hanno rovinato e affumicato tutte le decorazioni, per cui si rende necessario procedere ad un nuovo restauro, che terminerà solo nel dicembre del 1828. Di nuovo a dicembre, ma è il dicembre del 1836, avviene il primo disastroso incendio, che distrugge completamente la sala e parte del teatro. Resta in piedi quasi soltanto l'atrio. L'anno dopo iniziano i lavori per la ricostruzione, e guarda caso, è ancora una volta a dicembre che il teatro rimesso a nuovo riaprirà i battenti. Nel 1844 l'illuminazione a olio viene sostituita con un nuovo impianto a gas, e nel 1848, a causa dei moti patriottici, la Loggia imperiale viene demolita. L'anno dopo sarà il governo austroungarico ad ordinarne la ricostruzione, e la cosa curiosa è che di tutto questo andirivieni di fai e disfa Logge e palchi , si occupa sempre la stessa persona: Giuseppe Borsato. Nel secolo successivo ci sono ancora molti alti e bassi a cui è difficile tener dietro: la Loggia imperiale viene trasformata in palco reale e viene decorata con lo stemma sabaudo, arriva finalmente l'illuminazione elettrica, la scena viene ampliata, arricchita di nuove macchine e dotata di un sistema girevole, con l'avvento della repubblica anche lo stemma sabaudo viene messo in soffitta e sostituito con il leone di san Marco, e infine, il 29 gennaio 1996, avviene il secondo terribile incendio che tutti ricordiamo. Dal 2004 (mi pare fosse proprio il 2004) la Fenice è rinata ancora una volta, e a quanto pare oggi gode di ottima salute. Ieri, per dire, si montavano le scenografie per la Maria Stuarda.

Una piccola curiosità: mi ero sempre chiesta come si potesse portare in teatro tutta quella roba ingombrante, visto che a Venezia non arrivano i camion. Ieri finalmente la curiosità è stata soddisfatta: le scenografie vengono trasportate per mezzo di barconi che attraccano sul retro del teatro, protetti da questa tettoia bellissima

2 commenti:

Lydia ha detto...

Speriamo che il Petruzzelli abbia la stessa rinascita

nishanga ha detto...

Dede cara,
proprio interessante leggere la storia attraverso il fai e disfa delle architetture..evocativo e coinvolgente.
La tettoia sul canale poi,squisita! Da archiviare.
Grazie darling.

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