Generalmente non sono una che ama andare al mare. Da che siamo sposati, a fare una vera vacanza al mare siamo andati solo due volte, quando le bambine erano troppo piccole per viaggiare. Con Fabrizia, a Lerici. Con Elisa, a Peschici. Curioso, mi accorgo in questo momento che fanno anche rima. Ma non divaghiamo. Entrambe le volte in tenda, attrezzati di tutto punto con lettino da campeggio, box, il baule pieno di pannolini e scatole di pappe pronte. Lerici 1974, Fabrizia aveva sette o otto mesi, e con noi all’epoca c’era Tobia. Arriviamo la sera tardi, stremati dopo un viaggio costellato di soste per pappe cambi e innumerevoli pipì del cane, e decidiamo per la prima notte di fermarci a dormire in un albergo. Alla tenda penseremo domani. Ovviamente chiediamo se il cane è accettato, e la signora ci risponde che il cane è non solo accettato, ma gradito. Loro amano gli animali, diamine. Sollievo, la risposta ci rinfranca, possiamo andare a cena tranquilli. Torniamo più tardi con cane borse e bambina. Ma la signora ci ferma sulla soglia: abbiamo accettato il cane, ma non ci avete avvertito di avere anche un bambino.
2 commenti:
giuseppe e maria...
ma Tobia era un cane, mica un asinello
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