Cominciamo la visita di Praga con una tazza di caffè in uno dei locali che Franz Kafka frequentava abitualmente e in cui ha abitato anche Leoš Janáček, che contende a Bedřich Smetana la palma del più famoso compositore ceco.
Costruito alle soglie della prima guerra
mondiale tra il 1913 e il 1914 in stile Art Déco molto severo e rigoroso
l'Imperial Café ha all'interno una ricca e opulenta decorazione in maiolica bianca in tardo stile Liberty.
Su quel lotto di terreno sorgeva un noto ristorante, L'Aquila Nera,
ma nel 1912 il nuovo
proprietario, un praghese progressista,
costruttore e già proprietario di un altro bell'hotel, capisce che é il caso di sfruttare al meglio la posizione felice quasi all'incrocio di ben tre stazioni,
demolisce fino alle fondamenta il vecchio ristorante e dispone la realizzazione di un nuovo splendido hotel di sette piani.
Poco più di un anno dopo, nel dicembre del 1914 l’Imperial Hotel entra in funzione con un parco di ben centottanta tra camere ed appartamenti, oltre ad un caffè, un ristorante, svariati saloni per le feste e una mensa nei locali sotterranei. Oltre ai citati Kafka e Janáček, tra i clienti più famosi annovera anche il primo presidente della
Cecoslovacchia Tomáš Garrigue Masaryk.
E' il più bel locale della città e per questo durante la seconda guerra mondiale gli ufficiali tedeschi prendono a frequentarlo assiduamente e la cosa lo rende inviso ai praghesi che difatti da quel momento lo abbandonano.
Poi arriva il colpo di stato comunista, e il 7 marzo 1948 l’hotel viene statalizzato e prima dato in uso ai sindacati, per diventare in seguito la Casa di ricreazione del Movimento rivoluzionario sindacale.
All'edificio non viene fatta nessuna manutenzione, e dopo la caduta del Muro l'albergo è quasi completamente andato in rovina. Sembra un degrado irrimediabile ma fortunatamente il suo pregio architettonico viene riconosciuto ufficialmente e l'Imperial Hotel è dichiarato monumento nazionale. Partono meticolosi e accurati restauri, le preziose maioliche originali che rivestivano pilastri e pareti vengono recuperate riparate e ricollocate, e finalmente nel 2007 l'hotel, tornato ai fasti degli inizi, ritorna a nuova vita.
I servizi al piano interrato sono sfacciatamente rutilanti di ori marmi e cristalli
e sembrano messi lì apposta per strappare un selfie.