giovedì 20 febbraio 2014

Il Metropolitan Museum compie gli anni

Centoquarantaduesimo compleanno per il Metropolitan Museum di New York.



Precisazione: la data mi sarebbe passata inosservata  se non avessi letto la notizia  in questa   pagina di facebook
E dato che,  come ho già detto e ripetuto fino alla nausea, ogni pretesto è buono per ricordare un luogo che mi è rimasto nel cuore molto più di quanto potessi immaginare,  ripropongo quanto avevo già scritto sul museo nell'ormai lontano giugno del 2008. 
Seconda precisazione: nel frattempo la figlia emigrante è tornata alla base, ci è rimasta per un po'    e ora  è nuovamente ripartita: Un modo come un altro per  farmi entrare nel cuore più di una città 



Il maggiore museo d'America,in quanto a notorietà non ha niente da invidiare ai vari Louvre, Hermitage e British Museum. E', manco a dirlo, letteralmente sterminato, e pensare che la sua prima sede fu in una modesta brownstone di downtown. Fu spostato nel 1880 nella sede di Central Park, una sobria costruzione in mattoni in origine pensata come sala da ballo. Contrariamente alla moda dell'epoca che voleva sedi pompose per i musei, questa non lo era perchè i progettisti del Central Park, Olmsted e Vaux, non avevano nessuna intenzione che il museo rubasse la scena al loro parco. Solo in seguito vennero aggiunte le colonne sulla facciata, ma questo avvenne quasi trent'anni dopo, ai primi del novecento. L'ingresso è a pagamento, ma il biglietto è a libera offerta e la cifra indicata è solo un suggerimento e se decidete di dare di meno nessuno vi guarderà male. Il museo contiene un numero enorme di opere d'arte, circa due milioni. Sette grandi collezioni che spaziano dall'arte americana alla europea, egizia, orientale, medievale, greca e romana, africana. Impossibile vederle tutte nemmeno a campare duecento anni, bisogna farsene una ragione, decidere in fretta che cosa guardare e andare avanti senza pensarci più, perchè il rischio di finire come l'asino di buridano è concreto. Il mio suggerimento è di tralasciare la pittura europea, che non è impossibile vedere altrove con una certa facilità, e di dedicarsi piuttosto all'arte orientale, soprattutto indiana, molto meno presente nei nostri musei. (Altro suggerimento, quasi del tutto disinteressato: se non avete molto tempo da passare a New York, ricordate che gli egizi sono a portata di mano anche qui da noi a Torino.)

Andate a vedere il giardino cinese con la attigua sala Ming, opera di esperti provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese che riproduce, usando una illuminazione naturale, un autentico giardino cinese dell'epoca Ming, con tanto di pagoda cascata e stagno con i pesci rossi. Questo stupendo corpo femminile di cui mannaggia ricordo solo appartenere all'arte indiana, è un'opera strepitosa, capace di trasmettere le stesse emozioni della Nike di Samotracia. Regalatevi anche un break nella caffetteria sulla balconata, il caffè non è un granchè ma i muffin sono ottimi,
e poi ci si riposa ammirando il grande salone di ingresso in stile neoclassico. Se vi rattrista tanto pensare che non avete visto un sacco di opere interessanti che non avrete mai più l'occasione di ammirare, sappiate che può sempre capitare anche a voi di ritrovarvi una figlia emigrante. Mai dire mai nella vita.

6 commenti:

Grazia ha detto...

Un anno per motivi di lavoro ho passato una settimana intera dentro il Metropolitan. Per tutta la settimana ho pensato di essere dentro un film, anzi di più film allo stesso tempo, con la strana sensazione di irrealtà. A parte le opere (meravigliose) ero impressionata dagli efficienti custodi tutti in divisa e dalla quantità sterminata del personale (tra funzionari, tecnici restauratori...) ognuno addetto a un unico esclusivo compito. Insomma cinema o, se vogliamo, fantascienza rispetto alla situazione italiana!

Anonimo ha detto...

E' assolutamente il museo più bello che io abbia mai visto, ci ho passato un giorno intero e non è bastato! Motivo ovvio per tornare a NY che dici?

Nela San ha detto...

Dunque: la figlia "pseudo-emigrante" c'è l'ho, un po' di inglese lo so, l'arte indiana e cinese mi piace (se mai non si fosse capito) , il suggerimento da blog amica è prezioso, ora mi manca solo di partire!
Buona domenica cara Dede.
PS manco a dirlo foto bellissime.

isolina ha detto...

Il mio sogno è si tornare a NY e di passare almeno una settimana a vagare in quei luoghi. Ma è solo un sogno...

Grazia ha detto...

Dede, visti i commenti, e se tu organizzassi una gita New York? Si potrebbe salutare la figlia emigrante,, rivedere il Metropolitan, salire sull'Empire.....e, soprattutto, chiacchierare a ruota libera tra di noi!

dede leoncedis ha detto...

una gita a New York? Non sarebbe impossibile, ragioniamoci su :-)

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