C'era una volta un signore che si chiamava Piet Blom. Faceva l'architetto e aveva elaborato un progetto bizzarro: una serie di 38 grossi cubi ruotati di 45 gradi appoggiati su pilastroni a base esagonale, che secondo la sua fantasia perversa dovevano ricordare un albero astratto. No meglio, una intera foresta astratta.
Ogni cubo era un appartamento di cento metri quadri, metro più metro meno, dislocati su tre livelli: l'ingresso al piano terra,
il soggiorno, la cucina e il pranzo al secondo livello
due stanze da letto e i servizi al terzo livello.
Va detto che il signor Piet Blom, architetto, si era grandemente adoperato affinchè le pareti inclinate a 45 gradi riducessero di parecchio la sfruttabilità dei cento-metri-quadri-metro-più-metro-meno,
e di questi metri la superficie entro cui una persona di statura normale poteva mantenere la stazione eretta senza battere la zucca era pressocchè uguale a dieci centimetri quadrati
L'eventualità di collocarci il comò della nonna, così come di condividere il parco legume serale con più di un ospite alla volta era stata tassativamente esclusa a priori dal signor Piet Blom, architetto, che aveva fatto anche in modo che il panorama esterno fosse a malapena intuibile per il tramite di finestrine ampie quanto l'oblò della barchetta delle bambole.
In poche parole, il signor Piet Blom, architetto, aveva progettato alloggi su misura per nani misantropi, a patto però che non fossero affetti da claustrofobia e fossero altresì dotati di menischi efficienti e rotule robuste.
Nessuno si prese mai la briga di interrogarsi sul perché il signor Piet Blom, architetto, avesse deciso di progettare un villaggio per gli gnomi in piena Rotterdam, le gialle case cubiche furono costruite all'incirca una trentina di anni fa, e ancora oggi sono tutte orgogliosamente in piedi. Gli inquilini ci vivono felici e contenti per un massimo, mi si dice, di cinque anni.
Dopo di che traslocano.
Ed entrano in analisi.
12 commenti:
Brava Dede: post stupendo !
Quando l'architettura peggiora la vita e aumenta le parcelle degli psicanalisti.E tutto fatto apposta. Lo stesso risultato che ottengono gli orrendi casermoni delle nostre periferie, ma almeno quelli non sono nelle riviste di architettura.
LOL! E immagino che il signor architetto non ci abbia mai abitato un giorno.
Ovviamente non ci ha mai abitato, come sospetta Mav, e neanche per venti minuti di seguito, secondo me.
Son quelle finestrine piccole piccole che mi mettono l'angoscia, a Rotterdam, poi, nemmeno a Rodi, dove dal sole impietoso bisogna anche un po' schermarsi.
Bah.
(Dede, comunque you missed your vocation, come dicono gli inglesi: dovresti dedicarti alla scrittura umoristica. Ho riso come una matta!)
Grande Dede!
La cosa buffa è che all'inizio il progetto dell'arch. Blom venne ampiamente contrastato ed egli vituperato, e ora guai a toccare un solo cm2!
avrei certamente dei momenti di claustrofobia sicuramente. Per non commentare sul fatto che il letto contro il muro con poco spazio sopra la testa invita accuratamente ad una sberla ogni volta che mi alzo di corsa considerando le mie 170cm...però sono spettacolare dal esterno!
e ti credo! :-DD
- Grazia, il sospetto fondato è che ci siano esecrabili connivenze tra architetti e strizzacervelli
- Mav certo che no, lui probabilmente abitava in una casettina di mattoni con le tendine di pizzo e gli zoccoli appesi alla porta
- Duck grazie, ci farò un pensierino per quando sarò grande (nel senso di adulta, non equivochiamo)
- MarinaV, che dici, Blom si sarà seduto sulla riva del fiume ad aspettare?
- Puddin sono spettacolari, è vero. inquietanti ma spettacolari
- roberta vedo che siamo d'accordo :-)
io sarei entrata in analisi dopo 5 minuti altro 5 anni, roba da matti sto architetto, spero che tu Dede cara, sia normal architect!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cinque anni lì dentro e diventerei una serial Killer...gobba!!
Arrivo tardi a commentare lo so, ma non posso fare a meno di complimentarmi per l'ironia. Quando me le fecero vedere, da fuori, ebbi come la sensazione di avere una labirintite, di avere un incubo da cubo o vivere dentro un quadro, ovviamente cubista. Chi era con me si scusò perché quel giorno il loro interno non era visitabile. Ancora presa da capogiro ringraziai, rispondendo che mi era (già) bastato vederle da fuori.
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le ho visitate un paio di volte anche all'interno. Le trovo magnifiche !!! all'interno sono state studiate nel dettaglio e considerando la bizzarra forma il risultato è stato egregio. Certo, richiedono qualche sacrificio come ad esempio la necessità di avere una buona parte dei mobili fatta su misura, ma se uno vuole il 100% di ergonomia può scegliere tra un infinità di appartamenti anonimi (che nessuno mai si sognerebbe di andar a visitare !)
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