mercoledì 2 maggio 2012

Le case cubiche di Rotterdam



C'era una volta un signore che si chiamava Piet Blom. Faceva l'architetto e  aveva elaborato un progetto  bizzarro: una serie di   38 grossi cubi ruotati di 45 gradi appoggiati   su pilastroni a base esagonale, che secondo la sua  fantasia perversa dovevano  ricordare un albero astratto.  No meglio, una intera foresta  astratta.


Ogni cubo era  un appartamento di cento metri quadri, metro più metro meno, dislocati su tre livelli: l'ingresso al piano terra,



il soggiorno, la cucina e il  pranzo al secondo livello  






due stanze da letto e i servizi al terzo livello. 


Va detto che il signor Piet Blom, architetto,  si era grandemente adoperato affinchè  le pareti inclinate a 45 gradi riducessero di parecchio  la sfruttabilità dei  cento-metri-quadri-metro-più-metro-meno, 




e di questi metri  la superficie entro cui una persona di  statura normale   poteva  mantenere la stazione eretta senza battere  la zucca era  pressocchè uguale a dieci centimetri quadrati
L'eventualità di collocarci il comò della nonna, così  come  di condividere il parco legume serale con più di un ospite alla volta era stata   tassativamente esclusa a priori dal signor Piet Blom, architetto,   che aveva fatto anche in modo che  il   panorama esterno  fosse   a malapena  intuibile   per il tramite di finestrine  ampie quanto l'oblò della barchetta delle bambole.




In poche parole, il signor Piet Blom, architetto, aveva progettato  alloggi  su misura   per  nani misantropi, a patto però che  non fossero affetti da  claustrofobia e fossero altresì dotati di menischi efficienti e rotule robuste.

Nessuno si prese mai la briga di interrogarsi sul  perché  il signor Piet Blom, architetto,  avesse deciso di progettare un villaggio per gli  gnomi  in piena Rotterdam,  le gialle case cubiche furono  costruite  all'incirca una trentina di anni fa, e  ancora oggi  sono tutte  orgogliosamente in piedi. Gli inquilini ci vivono felici e contenti  per un massimo, mi si dice,  di cinque anni. 
Dopo di che traslocano. 
Ed entrano in analisi.  

12 commenti:

Grazia ha detto...

Brava Dede: post stupendo !
Quando l'architettura peggiora la vita e aumenta le parcelle degli psicanalisti.E tutto fatto apposta. Lo stesso risultato che ottengono gli orrendi casermoni delle nostre periferie, ma almeno quelli non sono nelle riviste di architettura.

Mav ha detto...

LOL! E immagino che il signor architetto non ci abbia mai abitato un giorno.

Duck ha detto...

Ovviamente non ci ha mai abitato, come sospetta Mav, e neanche per venti minuti di seguito, secondo me.
Son quelle finestrine piccole piccole che mi mettono l'angoscia, a Rotterdam, poi, nemmeno a Rodi, dove dal sole impietoso bisogna anche un po' schermarsi.
Bah.
(Dede, comunque you missed your vocation, come dicono gli inglesi: dovresti dedicarti alla scrittura umoristica. Ho riso come una matta!)

MarinaV ha detto...

Grande Dede!
La cosa buffa è che all'inizio il progetto dell'arch. Blom venne ampiamente contrastato ed egli vituperato, e ora guai a toccare un solo cm2!

Paula Feldman ha detto...

avrei certamente dei momenti di claustrofobia sicuramente. Per non commentare sul fatto che il letto contro il muro con poco spazio sopra la testa invita accuratamente ad una sberla ogni volta che mi alzo di corsa considerando le mie 170cm...però sono spettacolare dal esterno!

roberta cobrizo ha detto...

e ti credo! :-DD

dede leoncedis ha detto...

- Grazia, il sospetto fondato è che ci siano esecrabili connivenze tra architetti e strizzacervelli
- Mav certo che no, lui probabilmente abitava in una casettina di mattoni con le tendine di pizzo e gli zoccoli appesi alla porta
- Duck grazie, ci farò un pensierino per quando sarò grande (nel senso di adulta, non equivochiamo)
- MarinaV, che dici, Blom si sarà seduto sulla riva del fiume ad aspettare?
- Puddin sono spettacolari, è vero. inquietanti ma spettacolari
- roberta vedo che siamo d'accordo :-)

Antonietta ha detto...

io sarei entrata in analisi dopo 5 minuti altro 5 anni, roba da matti sto architetto, spero che tu Dede cara, sia normal architect!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Margot ha detto...

Cinque anni lì dentro e diventerei una serial Killer...gobba!!

Nela San ha detto...

Arrivo tardi a commentare lo so, ma non posso fare a meno di complimentarmi per l'ironia. Quando me le fecero vedere, da fuori, ebbi come la sensazione di avere una labirintite, di avere un incubo da cubo o vivere dentro un quadro, ovviamente cubista. Chi era con me si scusò perché quel giorno il loro interno non era visitabile. Ancora presa da capogiro ringraziai, rispondendo che mi era (già) bastato vederle da fuori.

Anonimo ha detto...

It took me time to read all the tips, but I clearly loved the post. It proved to be very helpful to me and I'm certain to all of the commenters here!

savassa ha detto...

le ho visitate un paio di volte anche all'interno. Le trovo magnifiche !!! all'interno sono state studiate nel dettaglio e considerando la bizzarra forma il risultato è stato egregio. Certo, richiedono qualche sacrificio come ad esempio la necessità di avere una buona parte dei mobili fatta su misura, ma se uno vuole il 100% di ergonomia può scegliere tra un infinità di appartamenti anonimi (che nessuno mai si sognerebbe di andar a visitare !)

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