mercoledì 18 ottobre 2017

Saint Louis - seconda puntata: Maison Signare




Sparsi per la città di Saint Louis alcuni (pochi) pannelli riportano qualche scarna indicazione sui monumenti più interessanti della città. Uno di questi, affisso  sul muro di cinta di una bella casa borghese, la definisce Maison Signare.


Il termine Signare,  deformazione africana della parola portoghese Senhora (i portoghesi  furono i primi europei a occupare  l'isola di Gorée nel 1444),  è stato in auge  dal XV fino al XIX secolo. Definiva le donne africane, soprattutto Wolof e Lebous che vivevano in concubinaggio con uomini bianchi. La cosa avveniva in questa maniera: commercianti, funzionari governativi,  militari che venivano mandati in missione nelle colonie, per il rischio di malattie come la febbre gialla o il colera, o la malaria, se ne partivano da soli lasciando a casa  mogli e figli 





Restando lontani da casa per  anni,  combattevano la solitudine legandosi a donne africane, che di solito guarda caso erano bellissime. Magari analfabete, ma sensuali e affascinanti e in materia di affari molto, molto scafate.  Le sposavano con un matrimonio a termine  destinato a durare quanto la  loro permanenza in terra straniera, durante la quale mettevano anche  al mondo un bel numero di figli. 


Quando l'uomo rientrava in Europa lasciava a moglie e figli africani la casa e i beni  che aveva messo insieme e che però non  poteva trasportare, e non era raro che la Signare neoabbandonata mettesse gli occhi su un nuovo arrivato, collezionando così un certo numero di mariti a tempo, ciascuno con il suo bel corredo di case, schiavi  e fiorenti attività commerciali. 











Si era formata così  una casta di famiglie meticce molto facoltose e molto influenti, dedite al commercio della gomma ma soprattutto alla tratta degli schiavi, e  parecchio differenti per condizione economica dal resto della popolazione. I  figli sposavano esponenti dell'aristocrazia o dell'alta borghesia ed erano malvisti sia dalle comunità bianche  che dagli africani, e per tutti erano i bastardi portoghesi.   
Pare che la fortuna delle Signares sia terminata quando le mogli europee, forse grazie alla misure di profilassi ed ai nuovi vaccini, hanno iniziato a trasferirsi in Africa insieme al legittimo consorte.

(continua)






2 commenti:

Nela San ha detto...

Confesso che vedendo la foto della prima casa, ho subito pensato che ci fosse lo "zampino" dei portoghesi. Quelle case sono in un certo senso le cugine di quelle padronali che furono costruite nelle roças, le piantagioni di caffè e cacao delle isole di São Tomè e Principe.
"I Portoghesi sono dappertutto", commenterebbero i miei vicini di casa alentejani e il post lo conferma.

dede leoncedis ha detto...

Se i portoghesi siano stati dappertutto nel mondo non lo posso giurare, ma quel che è certo è che in Africa hanno lasciato una notevole impronta

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