giovedì 9 gennaio 2014

Tanjia e tajina

I nomi si somigliano talmente  che pensavo si trattasse soltanto di una diversa grafia, invece   la differenza tra tanjia 



e tajine
è notevole, e se non volete offendere un abitante di Marrakech (a proposito, come si chiamano gli abitanti di Marrakech? ) badate bene di non  fare confusione.
Carne d'agnello, limoni sotto sale, spezie e aglio cucinati per ore a fuoco lento in un'anfora di terracotta chiusa con un foglio di carta legato con uno spago perchè  nemmeno un microgrammo di profumo vada perso,  la tanjia, chiamata anche l'anfora di Marrakech, è infatti il piatto simbolo della città.  
Come la bagna cauda per Torino. 
Provate un po' a fare confusione sulla bagna cauda a Torino, e vedete come possiamo reagire.
Cucinata, mi dicono per tradizione dagli uomini (pare sia considerato il piatto da scapoli per definizione )  in mille varianti,  con più o meno cumino, usando solo la scorza dei limoni o i limoni tagliati a quarti,




servita con il buonissimo el-khobz, il tradizionale pane arabo














o con accompagnamento di un piatto di semola, la tanjia è uno  stufato di  carne tagliata a pezzi grandi  con sugo abbondante e un penetrantissimo odore di aglio.  Le cipolle pare le mettano solo  a Fez,  a Marrakech no.  Cipolle o non cipolle, è cibo per stomaci giovani e  robusti. Non per niente  è il piatto degli scapoli


3 commenti:

Grazia ha detto...

Stomaci giovani e robusti: non è un piatto per me, anche se le foto sono più che allettanti...

dede leoncedis ha detto...

Grazia neppure io mi sono sentita di provarlo, ho affidato il compito all'uomo di casa

Lefrancbuveur ha detto...

Buon anno! (credo di non averti fatto ancora gli auguri). I piatti che vengono fuori da questi aggeggi sono buonissimi!
A presto ;)
Enrico

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